Gobbo però avverte «Prima del 2020 niente investimenti»

Giovedì 13 Dicembre 2018
L'OPINIONE
TREVISO «Di sicuro siamo davanti a una svolta, Garofalo è una persona diversa rispetto a De Poli», Gian Paolo Gobbo, vicepresidente del Consiglio d'amministrazione di Fondazione, è curioso di capire dove porterà la nuova era inaugurata con la nomina del nuovo presidente a Ca' Spineda. Di sicuro crede molto in Garofalo, i due hanno già iniziato a collaborare e hanno idee molto chiare su come trascinare la Fondazione fuori dalle secche in cui si trova.
RAPPORTI
«Con Garofalo abbiamo già iniziato a lavorare - dice Gobbo - le cose da fare sono tante, a cominciare dai rapporti con le altre istituzioni. Ho visto che sindaco di Treviso e presidente della Provincia si sono detti soddisfatti della nomina di Garofalo. Adesso sarà nostro compito contattare tutte le istituzione e fare fronte comune: la Fondazione, del resto, è un patrimonio di tutti». Ma fino al 2020 non potrà incidere più di tanto nel tessuto cittadino: «Fino al 2020 (quando, in base agli accordi con il Ministero, i bilanci dovranno tornare almeno in pareggio ndr) non sarà possibile fare investimenti. Si potranno impostare piccole cose, praticamente a costo zero. Nulla di più. Per questo dico che, in questo momento, c'è bisogno dell'aiuto di tutti. Siamo perfettamente consapevoli che la situazione non è semplice, ma sappiamo anche quali potenzialità ci sono. E siamo ottimisti, altrimenti non saremmo qui da due anni a lavorare per migliorare la situazione».
OBIETTIVI
Sono tante le cose che devono cambiare, dalla università alla gestione dei teatri. E la parola d'ordine rimane la stessa: razionalizzare e tagliare. «La Fondazione punta molto sul progetto dei corsi universitari, al loro sviluppo. Ma è fondamentale l'aiuto delle due università, di Padova per quanto riguarda giurisprudenza e Venezia per i corsi di economia. Sarà necessario rivedere le convenzioni, come già detto più volte». Rimane centrale poi la creazione della cittadella universitaria all'ex distretto militare: «In questo caso l'interlocutore principale dovrà essere il Comune, poi anche le due università dovranno comunque fare la loro parte. E stiamo parlando per trovare le soluzioni migliori».
Infine il teatro. Anche Gobbo sposa la linea Garofalo, che vorrebbe un teatro aperto ogni giorno, con attività diversificate per incrociare gli interessi dei giovani: «Un teatro - ha detto il presidente - che viva nella quotidianità». E Gobbo sottoscrive: «Stiamo lavorando per creare questo ente terzo, ma il teatro dovrà essere usufruito di più rispetto a prima».
P. Cal.
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