GLI ALBORI
TREVISO «L'altra sera il Vazzo e Giovanni Favaro, coi vestiti

Mercoledì 19 Giugno 2019
GLI ALBORI
TREVISO «L'altra sera il Vazzo e Giovanni Favaro, coi vestiti fradici dopo il bagno in piscina, finalmente me l'hanno confidato: Sette anni fa in quella stanza dello studio del notaio Matteo Contento, guardavamo te e gli altri tre fondatori di Tvb prendere una decisione incredibile e sotto sotto pensavamo che foste pazzi». Inizia così il lungo, bellissimo post su Facebook di Stefano Bottari, amministratore della Concretix srl, uno dei 4 soci fondatori di Treviso Basket. Ma inizia così anche la storia di una rinascita straordinaria che ha portato la pallacanestro trevigiana dalle minors alla serie A nel giro di sette stagioni dopo lo spettro dell'oblio. «Ricordo quei momenti come fosse oggi -è l'esordio di Bottari- Riunioni su riunioni, eventi, presentazioni per formare la cordata e a pochissimi giorni dalla scadenza delle iscrizioni il primo azionista si è tirato indietro. In due parole: non c'era più la cordata. Eravamo morti. Ma se volevamo salvare il basket dovevamo costituire subito una srl. Col rischio di fare anche una serie A. Se la facciamo è un rischio importante anche per voi ci hanno detto quel giorno. Ma siete liberi di decidere».
LA SCELTA
Così Stefano Bottari, Marco Fabbrini, della International Tobacco Agency, Stefano Bordini, titolare del Centro Gomme e Gianantonio Tramet, broker, si sono ritrovati soli a meditare su una scelta senza appello: esporsi in prima persona. Pur con un progetto importante alle spalle, quello del Consorzio Universo, pur con la spinta dell'azionariato popolare che in poche settimane aveva raccolto quasi 90mila euro di pura passione. E quella firma, l'hanno messa. La storia del basket trevigiano è appesa a un atto costitutivo quasi folle che oggi, guardando ciò che è accaduto in retrospettiva, assume un valore incalcolabile. Fiori al posto del deserto. «Abbiamo creato le basi per ripartire -racconta ancora Bottari- Certo, primo anno in Promozione, ma ci è servito per strutturarci: staff, ad, comunicazione, marketing, investimenti. Quell'anno, con l'introduzione del quinto tempo abbiamo aggregato altri investitori nel nostro progetto, abbiamo preparato il terreno alle serie superiori».
IL DECOLLO
Poi l'altra scommessa da brividi: rilevare il titolo di Corato in serie A2, debiti annessi. «Venivamo da una B poco entusiasmante, c'era il rischio concreto di una disaffezione generale. Abbiamo fatto l'altro grande passo, tutti insieme. Non era così scontato. La Promozione è costata centinaia di migliaia di euro proprio perchè dovevamo impostare una società professionistica che guardasse al futuro. E quei soldi raccolti dai tifosi, chi 100 euro, chi 200, tutti spronati dal desiderio di non lasciar morire la pallacanestro, sono stati un supporto finanziario e psicologico importantissimo. Lo abbiamo tenuto lì, custodito come un tesoretto. Quella società era patrimonio della gente. Non solo dei soci, 18 prima, 152 adesso. E' stato un investimento pienamente ripagato, sia sotto l'aspetto economico che emotivo. Oggi siamo tutti qui a gioire per un'impresa pazzesca».
AVANTI TUTTA
«Negli anni ho incrociato sguardi pieni di gratitudine di gente che nemmeno conosco -conclude nel suo post- che ogni volta che mi incontra mi dà pacche sulle spalle, che mi sprona, mi regala sorrisi. E adesso voi che leggete queste righe, ricordate: fate avvicinare a noi quelli che potrebbero condividere il nostro progetto. La serie A è un salto importante che ci impegnerà anima, corpo e portafoglio. Nel tempo ho visto nuovi soci avvicinarsi, tutti con quella strana luce negli occhi che mi permetterebbe di riconoscerli fra mille. Quella luce è il loro sogno, il nostro sogno. E lunedì sera il sogno si è avverato».
Luca Bertevello
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