Gentilini: «I rom non sono tutti uguali chi si comporta bene va premiato»

Giovedì 21 Giugno 2018
IL CASO
TREVISO «Non facciamo di tutta l'erba un fascio. Ci sono rom che lavorano, hanno figli e li mandano a scuola, rispettano le leggi e si comportano bene. Questi vanno premiati come tutti gli altri cittadini. Per quelli che delinquono invece ci vuole il pugno di ferro». È un Giancarlo Gentilini pacato quello che parla ai microfoni della trasmissione Tagadà de La7, anche se non si discosta dalla voglia di censimento proclama dal ministro Matteo Salvini: «Degli elenchi comunali (di rom ndr) ci vorrebbero». Lo Sceriffo ricorda di quando, alla fine degli anni Novanta, chiuse i campi nomadi della città con un'operazione molto decisa che gli procurò critiche a non finire: «Ho voluto chiudere quei campi - spiega nell'intervista televisiva - mettendo però a disposizione delle famiglie rom degli appartamenti Ater perché volevo che fossero pienamente in regole con le leggi nazionali e comunali». Da quell'operazione però sono nati altri problemi, come la problematica convivenza in via Bindoni che tanti grattacapi ha creato a tutte le giunte che si sono susseguite.
IL SINDACO
Sempre sul censimento dei rom anche il sindaco Mario Conte conferma l'appoggio al ministro Salvini: «Sono assolutamente d'accordo con la proposta del ministro dell'Interno Matteo Salvini per un censimento, una registrazione, per sapere chi sono le persone che vengono nei nostri territori. Non vedo cosa ci sia da stupirsi o da scandalizzarsi, tutti noi cittadini italiani siamo registrati, schedati fin dalla nascita con l'anagrafe, abbiamo un codice fiscale che ci identifica, una tessera sanitaria, un codice bancomat.... Così, credo sia fondamentale essere a conoscenza chi arriva nei nostri territori. Se una persona viene da noi nel rispetto delle leggi non credo abbia nulla da temere se viene registrato».
P. Cal.
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