Fuga e schianto a cento all'ora Il questore: «Potevano uccidere»

Lunedì 23 Settembre 2019
L'INTERVISTA
TREVISO Il pensiero è uno e uno solo. Cosa sarebbe successo se un passante si fosse trovato in viale Luzzatti quando l'auto dei fuggitivi, inseguita dalla polizia, ha speronato la pattuglia per poi cappottarsi e schiantarsi contro un muro? «È inutile nascondersi: quei tre hanno messo a rischio l'incolumità dei cittadini. Poteva scapparci il morto. Poteva in qualsiasi momento arrivare una macchina o, nonostante l'ora tarda, esserci qualche pedone sul marciapiede. Anche per questo è importante sottolineare il coraggio degli operatori delle volanti, che hanno messo a rischio la loro vita». A sottolinearlo è il questore di Treviso Vito Montaruli che non nasconde una certa preoccupazione per l'episodio di venerdì notte: tre giovani giostrai, dopo aver forzato un posto di blocco dei carabinieri tra viale della Repubblica e via Pisa, hanno speronato la polizia che li stava inseguendo (intervenuta dopo la segnalazione di un'intrusione al Colorificio Camolei di via Fonderia), per poi perdere il controllo dell'auto, una Golf, e schiantarsi contro il muro di un negozio di ortofrutta di viale Luzzatti. Sono rimasti feriti sia i due agenti che stavano dando loro la caccia, sia i tre fuggitivi, Reyl Battistutti, 20 anni (al volante della Golf), Jason Granziol, 25, ed Edward Cavassa, 20 anni. I tre, trasportati in ospedale (il più grave era Battistitutti ma, sottoposto a un intervento, è già fuori pericolo), sono stati arrestati per lesioni personale, resistenza a pubblico ufficiale e resistenza aggravata.
Questore Montaruli, prima di tutto, come stanno gli agenti rimasti feriti?
«Li ho sentiti stamattina (ieri, ndr) per sincerarmi delle loro condizioni. È stato un intervento complicato e pericoloso, nel quale hanno dimostrato grande coraggio visto i diversi tentativi di collisione da parte dell'auto in fuga. Il soggetto alla guida ha effettuato delle manovre folli, ma i nostri addetti, oltre ad essersi trovati nel posto giusto al momento giusto, hanno dimostrato grande professionalità. Anche per questo hanno evitato conseguenze gravi per la loro incolumità».
Ritiene preoccupante quanto accaduto venerdì notte?
«Da quando sono a Treviso di certo non era mai successo nulla di simile. E ci sono alcuni elementi da approfondire, sui quali stanno procedendo con gli accertamenti gli agenti della squadra mobile. Di certo il rischio è stato altissimo, sia per gli operatori che per gli stessi fuggitivi oltre che per chiunque, trattandosi di una strada a ridosso del centro, poteva trovarsi sul luogo dello schianto. Facile immaginare le conseguenze se fosse arrivata una macchina o, peggio ancora, se vi fossero stati dei pedoni sul marciapiede».
L'intervento della polizia è scattato per un allarme anti intrusione. Ci avviciniamo all'autunno, periodo che coincide con l'aumento dei furti e dei reati predatori. Cosa farete?
«Le statistiche ci dicono che è così in tutta Italia. Ma noi siamo pronti, com'è stato dimostrato anche venerdì, quando due pattuglie, una delle quali dei carabinieri, erano operative nel quadrante in cui è avvenuto l'inseguimento. Di sicuro, anche alla luce di questo episodio, intensificheremo i controlli e potenzieremo gli strumenti di coordinamento con i militari dell'Arma».
È quanto verrà proposto nel vertice sicurezza in Prefettura?
«Sicuramente si. Ma verranno anche approfonditi altri aspetti alla luce delle prime risultanze delle attività investigative in corso: vogliamo capire se i tre soggetti possano essere legati a qualche batteria di malviventi, se abbiano compiuto reati durante la notte, e sondare i loro ambienti. Il lavoro della questura, in coordinamento con la Magistratura, non è finito».
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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