Fondazione rinuncia a villa Franchetti

Sabato 9 Novembre 2019
Fondazione rinuncia a villa Franchetti
IL CASO
TREVISO Fondazione Cassamarca è pronta a restituire la gestione di villa Franchetti alla Provincia. Attualmente l'immobile è di proprietà del Sant'Artemio, ma di fatto mandato avanti da Ca' Spineda. Ora le cose stanno per cambiare: fedele alla sua politica di razionalizzazione delle spese e delle risorse, il presidente della Fondazione Luigi Garofalo vuole sgravarsi di quello che è esclusivamente un costo: mantenere in piedi quello che, seppure carico di storia e ricco di bellezza, un bene altrui. Quindi la decisione presa è quella di restituirlo. In Provincia il presidente Stefano Marcon ormai se ne sta facendo una ragione. Ha già fatto qualche sopralluogo per toccare con mano lo stato della villa e capire come gravare il meno possibile su un bilancio provinciale sicuramente non florido.
IL NODO
Il principale ostacolo è come superare la convenzione che lega Fondazione e Provincia, scaduta a dicembre 2015 e rinnovata nel maggio 2016 all'interno di un mini-Risiko che ha visto il coinvolgimento anche del Comune. Questi i termini: la Provincia lasciava la storica villa nelle mani della Fondazione per altri 15 anni con l'impegno di utilizzarla per lo sviluppo del progetto universitario; allo stesso tempo Ca' Spineda cedeva a Ca' Sugana a titolo definitivo uno spazio da 1200 metri quadrati all'Appiani. Meno di quattro anni dopo quell'accordo scricchiola. Anzi: sta per crollare definitivamente.
I COSTI
Fondazione, ogni anno, spende 100mila euro per la custodia e la manutenzione ordinaria delle villa, mentre altri 150mila se ne vanno per la cura del parco monumentale, una vera meraviglia botanica ma altrettanto delicata. E pare non bastare: la Soprintendenza ha già mosso diversi appunti sulla stato di conservazione sia degli immobili che dell'area verde. Tutto questo sta per tornare alla Provincia, che dovrà trovare le risorse per mantenere i livelli qualitativi richiesti.
IL PRETESTO
L'unico ostacolo su cui ancora si sta discutendo è trovare la giustificazione giuridica per sciogliere la convenzione. A Ca' Spineda puntano soprattutto su un aspetto: la villa doveva essere il perno di un progetto universitario che, ormai, non si farà più. Sia Ca' Foscari che il Bo hanno detto chiaramente di voler mantenere i propri corsi in città, in centro storico. La bella ma lontana villa, non interessa. Nemmeno l'idea del campus, che un tempo solleticava parecchio, riscuote gradimento. Tramontata anche l'idea di uno sviluppo immobiliare nei terreni dell'ex Secco, per Fondazione mantenere villa Franchetti è diventato del tutto inutile. Ovviamente, assieme alla villa, alla Provincia potrebbe anche arrivare una somma da concordare per fare fronte almeno alle spese immediate.
LA STORIA
L'accordo tra Fondazione e Provincia nasce alla fine degli anni Novanta, quando l'ente all'epoca in via Cesare Battisti voleva vendere villa Franchetti e la Fondazione cercava spazi per uno sviluppo universitario e immobiliare di grande respiro. Venne firmato un accordo che metteva la villa nella mani dell'allora presidente Dino De Poli. Nel corso degli anni ci sono stati vari progetti, tra cui quello di realizzare una sede universitaria con un auditorium da 2500 posti. Ma tutto è sempre rimasto sulla carta. Adesso la palla torna alla Provincia.
Paolo Calia
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