Fassa: confermato il sequestro del maxi yacht

Giovedì 18 Novembre 2021
IL CASO
SPRESIANO La Corte di Cassazione ha confermato il sequestro del maxi yacht di Paolo Fassa. Con la sentenza depositata nella giornata di ieri, la Cassazione ha respinto il ricorso dell'imprenditore del calcestruzzo patron della Fassa Bortolo di Spresiano contro il sequestro preventivo del maxi yacht «Blanca» per «autoriciclaggio su somme provenienti anche da violazioni tributarie» disposto dal giudice per le indagini preliminari lo scorso 11 gennaio 2021.
IL PROVVEDIMENTO
Alla base del provvedimento cautelare la sproporzione tra il valore del natante e i redditi dell'indagato. In particolare, si legge nella decisione, i redditi di Fassa ammontavano mediamente a circa 600mila euro annui e come tali erano «assolutamente insufficienti a coprire non solo l'acquisto della barca (23 milioni di euro pagati tra il 2005 ed il 2018), ma anche il mantenimento dello stesso bene, nell'ordine di altre centinaia di migliaia di euro annui».
LE INDAGINI
Inoltre, dalle indagini della Guardia di Finanza di Genova, coordinate dalla Procura del capoluogo ligure, risultava che i flussi finanziari che avevano consentito l'acquisto (con leasing) provenivano da Svizzera, Malta, Irlanda e Croazia, mentre i redditi leciti dell'indagato non risultavano esser mai stati trasferiti in questi Paesi. Infine, dalle dichiarazioni della figlia, Manuela Fassa, spiega una nota dell'Ansa, «emergeva chiara l'intenzione di entrambi di giustificare contabilmente, in modo artificioso, la disponibilità di un bene che il ricorrente non avrebbe potuto acquistare, in forza dei redditi dichiarati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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