Ex Provincia, spunta un ponte medievale

Venerdì 23 Ottobre 2020
LA SCOPERTA
TREVISO È forse il più importante ritrovamento medievale degli ultimi anni a Treviso, sia per la fattura che per le dimensioni: un ponte medievale composto da quattro arcate di quasi cinque metri di larghezza, una struttura possente e massiccia di straordinaria importanza. La scoperta è avvenuta nell'area del cantiere dell'ex palazzo della Provincia in via Cesare Battisti, dove lo scavo e lo sbancamento in corso effettuati per la realizzazione del piano interrato del grande edificio residenziale che sorgerà nell'area, hanno permesso di portare in luce una Treviso in parte dimenticata e di straordinaria importanza storico-culturale. Poco al di là della recinzione del cantiere, appare con tutta la sua mole quel che resta delle strutture di un importante ponte: tre pilastri lapidei con imponenti rostri a protezione dalle correnti fluviali.
AREA IMPORTANTE
«Nella parte nord dello scavo le strutture sono già state regolarmente rimosse probabilmente perché ritenute di scarso interesse dalla Soprintendenza -racconta Sandro Meneghel speleologo ed esperto esploratore delle cavità ipogee urbane di Treviso Sotterranea- ci troviamo in una zona strategica della città, in prossimità della porta Callimana, demolita nel Cinquecento con la costruzione delle mura veneziane e il conseguente ampliamento. I canali che oggi conosciamo, probabilmente hanno subito deviazioni e cambi di sedime con lo scavo delle nuove fosse a lambire le mura veneziane. Secondo recenti studi, proprio sotto al sedime del fabbricato ex provincia scorreva un canale che metteva in comunicazione la Roggia/Siletto con il Cantarane».
LA RICERCA
Da anni l'Associazione Treviso Sotterranea, in collaborazione con l'ufficio Controllo e Gestione delle Acque del Comune, studia gli anfratti sotterranei attraversati dai fiumi. La nuova scoperta in via Battisti è stupefacente che ci riporta un manufatto costruito con fondazioni in pietra viva, poste per isolare il manufatto dall'acqua corrente e dalla risalita capillare, sormontate da arcate in mattoni in parte ancora visibili all'interno del cantiere. Queste testimonianze potrebbero essere collegate in qualche modo alle tracce di fondazioni probabilmente riconducibili ad un tratto di mura medievali rinvenute qualche anno fa nell'area dell'ex Zanotti, purtroppo poi demolite nel corso del cantiere perché ritenute di scarsa importanza. «Si tratta di «una ventina di metri in cui riemerge dal sottosuolo uno spaccato veramente pregevole sottolinea lo speleologo - dove è possibile vedere uno scorcio di medioevo che non ha pari in altre parti della città. Probabilmente poco a monte la fondazione delle mura trecentesche continuano verso nord. Ci auguriamo che la proprietà Numeria e la Soprintendenza possano collaborare per valorizzare un patrimonio che appartiene al nostro passato. Mantenere in luce tali strutture darebbe sicuramente un valore aggiunto al progetto del nuovo edificio».
Chiara Voltarel
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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