Ex distretto, un tesoro che vale venti milioni

Sabato 14 Dicembre 2019
IL CASO
TREVISO Sulla scrivania del presidente Luigi Garofalo ci sono quattro manifestazioni d'interesse per l'ex Distretto Militare. Quattro privati, fondi d'investimento e gruppi imprenditoriali, hanno confermato ai piani alti di Ca' Spineda l'intenzione di valutare l'acquisto del grande complesso messo in vendita ancora un anno fa. L'obiettivo di Fondazione è dichiarato: tra tutti i beni finiti in vetrina, l'ex Distretto è quello più appetibile e deve essere venduto. La sua cessione è stata anche fortemente consigliata dai tecnici del Mef, il ministero dell'Economia e Finanza, che stanno seguendo passo-passo il percorso di risanamento dei conti avviato da Garofalo. La vendita dell'ex Distretto è ritenuta fondamentale per arrivare a un bilancio finalmente in attivo al termine del triennale 2020/2022. Fondazione, insomma, non può rinunciare ai 20,4 milioni di euro che arriverebbero in caso di vendita. E questo è un parametro da qui Garofalo non intende arretrare: non sono previsti sconti per nessuno.
IL NODO
Il grande complesso in riva al Sile, al momento, è uscito dai programmi di sviluppo universitario. Regione, Usl 2 e Fondazione hanno parlato a lungo. L'ex Distretto era a detta di tutti la soluzione ideale per ospitare il corso di laurea in Medicina, sei anni, e tutti i corsi complementari sparsi nella Marca. Ma dopo il giro di pareri di fine estate a Ca' Spineda non hanno ricevuto più notizie. Usl e Regione non sono tornate con un'offerta economica preferendo ragionare su un'altra soluzione: portare Medicina non vicino alla nuova cittadella sanitaria, ma al suo interno. A Fondazione però lasciano la porta bene aperta. Il Consiglio d'Indirizzo e il Cda hanno deliberato, ancora in tempi non sospetti, che la destinazione preferita per il grande complesso urbanistico resta quella universitaria. E quindi, a parità di offerte, la scelta sul possibile acquirente ricadrebbe sull'università o su chi comunque decidesse di mantenere questa destinazione. E la situazione non è cambiata. Al momento nessuna delle quattro offerte arrivate prevede questo indirizzo, ma in trattative articolate come questa la sorpresa è sempre dietro l'angolo. Se uno dei privati manifestasse l'intenzione di acquistare l'ex Distretto e poi di aprire una trattativa con l'Università, Fondazione potrebbe anche fare da mediatrice.
IL FUTURO
Al momento però la destinazione più probabile resta quella che mescola residenza, uffici e commerciale. Si torna, insomma, a quanto previsto dal vecchio piano regolatore e mai modificato a dire il vero. Anzi: nonostante i tanti discorsi fatti, non ci si è mai formalmente mossi da questo punto. Fondazione però non rinuncia all'università. L'ex palazzo della Dogana (il San Leonardo), il piano superiore dell'Umanesimo latino (circa 600 metri quadrati dall'altro lato della piazza) e il palazzo dell'ex Ance restano le colonne della futura cittadella universitaria all'interno della città. L'impostazione che Fondazione ha intenzione di dare non cambia: l'ex Dogana dovrebbe ospitare i corsi di Ca' Foscari, che potrebbe trovare spazio anche all'Umanesimo Latino; l'ex Ance sarà invece messo a disposizione di Giurisprudenza. Nei prossimi mesi potrebbe cambiare qualche dettaglio, ma la strada tracciata resta questa. L'ex Distretto, nella visione di Garofalo e del Consiglio d'indirizzo, rappresenterebbe il completamento ideale di questo progetto con Medicina o comunque con un futuro sempre legato ai corsi universitari. Ma la linea la detta il mercato: Fondazione non ha intenzione di investire ancora nel settore immobiliare, quindi sarà il prossimo proprietario a decidere cosa fare del grande complesso.
Paolo Calia
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