Estorsione: influencer sotto inchiesta

Sabato 14 Dicembre 2019
Estorsione: influencer sotto inchiesta
IL CASO
TREVISO Accusato di aver sottratto il portafogli con 2mila euro al suo pusher, che per quel fatto lo aveva aggredito e rapinato, ha organizzato la vendetta nei confronti dell'amico che lo aveva tradito, legandolo a un albero in un bosco con del nastro adesivo ed estorcendogli 800 euro. Coinvolta in questa brutta storia, stando alle indagini dei carabinieri di Busto Arsizio, anche la fidanzata, Christina Bertevello, 23enne influencer trevigiana con 600mila follower su Instagram ed astro nascente della musica trap italiana, seguitissima soprattutto su Youtube. La giovane risulta indagata per estorsione in concorso dalla Procura di Busto Arsizio assieme al compagno Omar Ampolo, 22enne di Cardano al Campo, e a Mohamed Amine El Kassouar, 22enne di origini marocchine. Nei confronti di Bertevello ed El Kassour il Tribunale ha disposto l'obbligo di firma mentre per Ampolo e Daniele Del Monte, 24enne di Brenta accusato della rapina ai danni dello stesso Ampolo, sono scattati gli arresti domiciliari.
LA RAPINA
L'indagine era scattata lo scorso 15 novembre quando il fidanzato della influencer trevigiana aveva chiamato i carabinieri in seguito a una rapina subita a Somma Lombarda, in provincia di Varese, nei pressi dell'Hotel Hilton. La sera prima Ampolo era stato a casa di Del Monte, dal quale era sparito il portafogli di quest'ultimo, contenente 2mila euro. Il 22enne era stato subito accusato di quell'ammanco e minacciato con una pistola. Il giorno dopo, grazie all'intermediazione di un altro ragazzo, M.C., i due si erano nuovamente incontrati ma Del Monte, stando alla ricostruzione dei carabinieri (mentre la Bertevello ed El Kassouar rimanevano in auto), aveva puntato la pistola alla testa di Ampolo e, dopo averlo colpito più volte con il calcio della stessa, gli aveva sottratto un cellulare Iphone Xmax (il cui valore avrebbe dovuto compensare il furto subito).
L'IMBOSCATA
Stando a quanto emerso dalle indagini Ampolo ed M.C. acquistavano solitamente marijuana da Del Monte, e quel denaro sparito, afferma un testimone «era frutto dei giri legati allo spaccio». Due giorni dopo Ampolo decide di vendicarsi dell'amico che doveva fare da intermediario per risolvere la questione e che, invece, lo aveva fatto finire in un imboscata, facendo da spia. Fa salire in auto M.C. e un suo amico e li porta in un boschetto di Cardano al Campo, vicino all'autostrada per Malpensa, e li si fa raggiungere da Christina Bertevello, da Amine El Kassouar e da altri tre soggetti magrebini non identificati. Il 24enne lo costringe scendere e, con delle fascette da elettricista e del nastro adesivo, lo lega a un albero. Gli prende quinti il telefono e scrive alla madre della sua vittima che, a breve, un amico sarebbe passato da lei a prendere una busta con 790 euro (la giustificazione è per fare un regale a un amica che compie 18 anni). Ad occuparsi della raccolta del contante, secondo gli inquirenti, sono Christina Bertevello, El Kassouar, due dei tre magrebini e l'amico di M.C., che ritira dalla donna il denaro, cercando di non farla preoccupare. Poi tornano nel bosco, dove nel frattempo Ampoli, dopo aver preso a pugni e colpito con un bastone la vittima, lo filma con il cellulare e, infine, gli fa firmare una dichiarazione in cui si impegna a non raccontare quanto accaduto. Poi gli distrugge il cellulare con un trapano. Per ricostruire i fatti, i carabinieri hanno incrociato testimonianze ed effettuato riscontri tramite telecamere e tabulati telefonici, fino alla chiusura del cerchio che ha portato alle misure cautelari nei confronti dei quattro ragazzi, indagati a vario titolo per i reati di rapina, estorsione, lesioni, minaccia con armi e danneggiamento.
SONO INNOCENTE
Christina Bertevello si dice estranea alle contestazioni della Procura di Busto Arsizio. «Ero preoccupata per Omar e sono arrivata in macchina in quel boschetto - afferma la giovane trevigiana -. Ma non ho visto nulla, perchè lui non ha voluto che stessi lì. Non sapevo dell'aggressione né di null'altro. Sapevo invece che si erano accordati con la famiglia del ventenne per la restituzione della cifra che era stata rapinata al mio fidanzato puntandogli una pistola alla tempia il 14 novembre scorso». «Ero in macchina, ripeto. Fuori dal boschetto. E su quella macchina è salito un amico di Omar, deputato alla restituzione dei soldi. Io non ho mai visto la madre del ragazzo, non sono mai scesa dall'auto. E con questi giri non c'entro. Sono state scritte molte cose inesatte - chiude la youtuber - attendiamo che le indagini facciano il loro corso e poi provvederemo a tutelarci nelle sedi adeguate».
R.T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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