Esame di guida truccato nei guai 20enne trevigiano

Giovedì 15 Novembre 2018
IL CASO
TREVISO Non aveva problemi con l'italiano come i tanti stranieri pizzicati con auricolari e telecamere nascoste. Semplicemente non aveva studiato. E visto che di libri proprio non ne voleva sapere, un ventenne trevigiano, K.L., ha deciso di aggirare l'ostacolo incollandosi telefono ed antenna tra fianchi e stomaco e farsi suggerire da un complice le risposte del test teorico per la patente. Non gli è andata bene ovviamente. Anche perché oltre al fatto che, ormai, gli addetti della Motorizzazione hanno sviluppato un occhio clinico e si accorgono facilmente di qualsiasi anomalia, il giovane, a differenza di altri colleghi, chiacchierava col suo suggeritore, seppur bisbigliando, in modo del tutto evidente.
IL RAGGIRO
L'episodio è avvenuto martedì mattina nella sede della Motorizzazione di via Santa Barbara. Il ventenne stava svolgendo l'esame che prevede l'utilizzo di un pc e di un paio di cuffie con le quali ascoltare i segnali sonori. Il ventenne ha attirato l'attenzione degli esaminatori quando ha cominciato a bisbigliare da solo in modo insistente. I dipendenti della Motorizzazione quasi non ci credevano, ma non sono intervenuti per bloccare il test. Hanno invece chiamato immediatamente una pattuglia della polizia di Stato, arrivata a stretto giro di posta. Quando gli agenti delle volanti hanno varcato le porte della Motorizzazione, il ventenne stava ancora parlottando: borbottava senza rendersi conto che tutti intorno ormai si erano resi conto che si stava facendo teleguidare da qualcuno.
LE INDICAZIONI
I poliziotti si sono quindi avvicinati e hanno perfino sentito le frasi del suggeritore, che chiedeva al ventenne di posizionarsi meglio. «Abbassati che non vedo, inquadra bene, questa è vera, l'altra è falsa» diceva l'uomo connesso via telefono al candidato. Il giovane, poco dopo, è stato preso sottobraccio e accompagnato in un'altra stanza dalla polizia. Non ha potuto far altro che sbottonarsi la camicia e consegnare tutto l'armamentario che si era attaccato addosso con del nastro adesivo: una telecamera collegata a componenti elettronici con antenna, collegata via bluetooth a una scatoletta con led e sim card. Il ventenne ha finito la sua sessione d'esame direttamente in questura, dov'è stato infine denunciato per tentata truffa aggravata.
LE INDAGINI
La polizia, la scorsa settimana, aveva pizzicato un altro candidato, un trentenne di origini indiane, che aveva tentato di fare il furbo con telefonino e ricetrasmittente. Il sospetto, a questo punto, è che non si tratti di episodi isolati ma che vi sia una vera e propria organizzazione, come quella smantellata due anni fa dalla Polstrada, che offre supporto tecnico, suggerimento in remoto compreso, per truccare i test di guida.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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