Epatite dopo le trasfusioni: 200mila euro

Sabato 18 Maggio 2019
LA SENTENZA
TREVISO (gla) Ha dovuto lottare per 15 anni contro la burocrazia dello Stato per vedersi riconoscere il diritto a essere indennizzato per l'epatite da virus C contratta a seguito delle trasfusioni di sangue a cui fu costretto a sottoporsi quando aveva 15 mesi di vita, a causa di una patologia tumorale. A dare ragione a un 41enne trevigiano è stata la Corte d'appello civile di Venezia e ora, di fronte all'inerzia degli uffici statali, che non hanno dato seguito alla decisione dei giudici, il Tribunale amministrativo regionale del Veneto ha ingiunto al ministero della Salute di provvedere alla liquidazione dell'indennità prevista dalla legge 210/1992 entro sessanta giorni: in caso contrario sarà un commissario ad acta, già nominato, a doversi occupare di dare esecuzione alle sentenza. Ad ottenere il provvedimento sono stati gli avvocati del quarantunenne, Massimo Dragone, Marta Guarda e Roberto Loffredo, che sono subentrati nella gestione della battaglia giudiziaria in una seconda fase. La Corte d'Appello di Venezia ha stabilito il diritto dell'uomo ad ottenere l'indennità, con decorrenza dal 2004, e dunque con 15 anni di arretrati. Complessivamente si tratta di circa 200 mila euro. L'uomo ha dovuto lottare e convivere fin da giovanissima età, assieme ai suoi genitori, con i disagi e le problematiche di questa invalidante malattia infettiva, che gli ha rovinato l'infanzia e lo ha danneggiato nei più importanti aspetti dell'esistenza.
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