Due rapine in casa, un'unica banda

Mercoledì 25 Agosto 2021
Due rapine in casa, un'unica banda
CHIARANO
La banda che ha colpito domenica sera a Chiarano, facendo vivere momenti di puro terrore ad Alessandra Scotini, insegnante 61enne, potrebbe essere la stessa che la notte tra il 9 e il 10 agosto ha terrorizzato ad Altivole i coniugi Giuseppe e Dina Dal Bello, 81 anni. La docente di inglese li ha sorpresi in camera da letto nel suo appartamento di via Roma, sopra la farmacia, a Chiarano verso le 21 ed è stata immobilizzata, i polsi legati con fascette di plastica. La coppia di anziani se li è trovati in camera poco prima di mezzanotte, nella villetta in via Piave, ad Altivole.
LE SOMIGLIANZE
I punti in comune tra le due rapine, avvenute a due settimane di distanza l'una dall'altra, non mancano. In entrambi i casi i malviventi (due a Chiarano e tre ad Altivole) si sono arrampicati penetrando da una finestra del primo piano, sul retro, lasciata aperta per rinfrescare le stanze. A volto coperto e armati di coltello. In tutte e due le occasioni i malviventi non hanno esitato a puntare le lame contro le vittime per rendere più convincente la richiesta di soldi e gioielli, con cui si sono puntualmente dileguati. 200 euro più qualche monile in oro nell'appartamento di Chiarano, 4mila euro di bottino ad Altivole. Ottenuti con poche frasi perentorie pronunciate in un italiano in cui le vittime non sembrano aver riconosciuto accenti particolari o perlomeno immediatamente identificabili. E ancora: due bersagli vicini a facili vie di fuga, a due passi da altre province: quella di Venezia per il colpo di domenica e quella di Vicenza per la rapina messa a segno due settimane fa. Forse sono soltanto coincidenze, ma i carabinieri della compagnia di Conegliano al momento non escludono nessuna pista, compresa quella di un'unica mano dietro gli ultimi due episodi, nonostante le abitazioni prese di mira distino più di 60 chilometri e si trovino da parti opposte della Marca.
LE IPOTESI
Siamo di fronte a bande di trasfertisti provenienti dall'estero? O di sodalizi di malviventi nostrani? Sono alcune delle domande a cui stanno cercando di rispondere i militari della stazione di Cessalto e del Norm di Conegliano. Un'altra ipotesi presa in considerazione riguarda l'obiettivo preso di mira: non è escluso che i predoni fossero convinti di rapinare la titolare della farmacia puntando a un bottino ben più ingente. Il negozio, gestito dalla sorella della vittima, si trova infatti al pianterreno della palazzina.
LE TRACCE
Preoccupati di non lasciare impronte digitali e per questo muniti di guanti, i rapinatori hanno però stampato la suola degli scarponi sull'argine che dà sul canale Piavon. Tracce che ora sono al vaglio dei militari. Anche i filmati delle telecamere di sorveglianza puntate sulla farmacia sono sotto la lente degli inquirenti. Si indaga a 360 gradi sulla base degli elementi acquisiti e delle testimonianze raccolte: quella della vittima, ancora molto scossa («Ho paura che tornino. Come posso sentirmi sicura?») e quelle dei vicini, che però non sembrano aver notato nulla di sospetto.
Maria Elena Pattaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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