Dimissioni respinte: «Scarpa presidente di Italia Nostra»

Martedì 12 Febbraio 2019
Dimissioni respinte: «Scarpa presidente di Italia Nostra»
IL CONTRASTO
TREVISO Se la presidenza nazionale tenta di mettergli il bavaglio, la sezione di Treviso si schiera compatta con lui. Le dimissioni di Romeo Scarpa da presidente della sezione di Treviso sono state respinte. Lo afferma la vicepresidente Paola Crucianelli dopo il direttivo del 7 febbraio. La provocazione di Scarpa, insomma, ha avuto il merito di porre in termini più ampi la questione e di farle superare gli angusti confini trevigiani. «Il consiglio direttivo a maggioranza ha espresso voto contrario alle dimissioni, ritenendo le affermazioni del presidente relative a Villa Emo di Vedelago, una provocazione funzionale alla annunciata vendita del complesso, riconosciuto Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco - scrive Crucianelli - La provocazione ha avuto, con ogni evidenza, il merito di porre finalmente in primo piano la questione della tutela e della gestione dei Beni Culturali Veneti di cui Villa Emo è simbolo, sullo sfondo di una ben più inquietante assenza di politica culturale da parte delle nostre Istituzioni, interessate piuttosto ad investimenti di altro genere».
LA SOLIDARIETÀ
Insomma la sezione trevigiana riconosce al suo presidente dimissionario il coraggio di una militanza concreta e, benchè provocatoria, comunque positiva. «La sfida che oggi abbiamo il dovere di affrontare, è quella di governare i cambiamenti costruendo un sistema politico e culturale basato su nuove forme di gestione che tengano conto sia delle indiscusse esigenze di tutela sia di quelle imprenditoriali, in un equilibrio difficile ma possibile come numerosi esempi di buone pratiche italiane ed europee insegnano» conclude la vicepresidente. Pochi giorni fa, dopo il turbine di polemiche sollevate dall'idea di ricavare un supermercato dentro le stanze della villa palladiana, Scarpa aveva deciso di dare l'addio dala presidenza polemizzando con i vertici nazionali e veneziani. «Scendiamo dalla torre d'avorio, evitiamo di pensare di avere la verità in tasca. Siamo pochi e sempre più vecchi».
L'OBIETTIVO
Forse la provocazione è stata eccessiva, ma il ragionamento, toccando gli esempi di Venezia (Cinema Italia e Fontego), era nato per portare in evidenza il contrasto tra i centri commerciali che assediano il territorio e le difficoltà di mantenimento di beni culturali, che sono le ville venete, di cui villa Emo è il simbolo. «Un altro obiettivo, non secondario, era di portare nel campo della politica e della società la contraddizione tra la svendita di un simbolo (villa Emo) e i forsennati e ingiustificati investimenti che si fanno nella grande distribuzione ». Secondo Scarpa «dobbiamo cercare tra gli imprenditori, i cavatori, i costruttori, persone che, con visioni diverse, possano trovare una sintesi progettuale e programmatica che contrasti un'involuzione, che appare inarrestabile».
Elena Filini
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