Delitto Vaj: «Paolo ucciso per soldi»

Giovedì 1 Luglio 2021
Delitto Vaj: «Paolo ucciso per soldi»
VITTORIO VENETO
«Paolo non è mai stato un violento. Era generoso, anche troppo. Emotivamente e materialmente». A sostenerlo, nel corso della terza udienza del processo per l'omicidio di Paolo Vaj, sono state Roberta Bencini, sua moglie, e Valentina Armellin. Quest'ultima era stata grande amica della vittima, ma soprattutto è la sorella di Patrizia, la 56enne alla sbarra con l'accusa di omicidio volontario insieme all'amica 26enne Angelica Cormaci. Le due testimoni ieri sono state sentite a lungo, davanti al pubblico ministero Davide Romanelli, all'avvocato di parte civile Nicodemo Gentile (per Roberta Bencini) e agli avvocati della difesa Stefania Giribaldi e Marina Manfredi. Queste ultime sostengono che Armellin e Cormaci si siano difese da Vaj il quale, ubriaco e iracondo, le aveva aggredite. Una tesi però rigettata con fermezza da Bencini e Valentina Armellin.
LA MOGLIE
Roberta Bencini, che al momento della morte del Vaj la notte fra il 18 e il 19 luglio 2019 era ancora legalmente sposata con lui, ha ripercorso ogni dettaglio del travagliato rapporto che la vittima aveva intessuto con lei e con Patrizia Armellin. La coppia si era conosciuta e sposata dopo che Vaj aveva interrotto la relazione con la Armellin. Con quest'ultima però era rientrato in contatto, tanto da tornare da lei a Vittorio Veneto per un breve periodo nell'estate 2017 e poi, per l'ultima volta, a fine 2018. «Dopo che era tornato a Vittorio Veneto, la nostra storia è ripartita l'anno successivo e abbiamo convissuto a Poggibonsi tra gennaio e settembre 2018 ha spiegato Bencini. Sapevo che continuava a essere attratto dalla Armellin, l'ho messo davanti a una scelta: lei o me. Ha scelto lei e l'ho rispettato. L'ho visto l'ultima volta quel settembre e sentito il maggio successivo. Poi la mattina del 19 luglio Valentina mi ha dato la tremenda notizia». La difesa delle due imputate ha insistito sulla presunta dipendenza dall'alcol della vittima, ma secondo la moglie alla base dell'omicidio vi sarebbero state questioni economiche. «Quando era tornato con me la Armellin lo cercava per soldi, lui una volta le rispose Non sono il tuo bancomat aggiunge Bencini. Paolo all'epoca aveva un patrimonio di circa 700mila euro. Dopo la morte del padre aveva avuto un periodo di sbandamento, ma poi capitava bevesse un paio di birre la sera, qualche cocktail, ma se esagerava con l'alcol semplicemente andava a dormire. Non è mai stato violento».
L'AMICA
Fatto sottoscritto anche da Valentina Armellin: «Non era un ubriacone, non era manesco, si sono dette tante cose negative su di lui. Quando ho chiamato Roberta per avvertirla della sua morte lei ha gridato Me lo hanno ammazzato. Paolo amava la compagnia, a volte era su di giri ma sempre gioviale». La donna ha tagliato i ponti con la sorella 13 anni fa, quando Patrizia e Paolo si lasciarono. «Lei diceva che litigavano, che aveva paura ha raccontato in lacrime. Invece lui aveva scoperto che lei lo tradiva via chat con un uomo che ha poi portato a Vittorio. A quel punto ho dato ragione a Paolo». Sia Vaj che la Armellin si erano poi sposati, ma nel 2018 lui l'aveva di nuovo raggiunta a Vittorio nella casa di via Cal dei Romani dove nel frattempo si era trasferita anche la Cormaci, conosciuta sulla piattaforma SecondLife. Lì, secondo l'accusa, per intascare le ingenti polizze sulla vita intestate da Vaj a Patrizia, le due donne ne avrebbero architettato l'omicidio.
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci