Dai grillini al razzismo: omelia choc di don Paolo

Lunedì 19 Marzo 2018
IL CASO
TREVISO - Ci risiamo. L'ha rifatto. Don Paolo Cecchetto, originario di Maserada, il vulcanico parroco di Santa Maria di Sala (in provincia di Venezia ma sotto la diocesi di Treviso), si è di nuovo scatenato dal pulpito. E nella predica della domenica, dalla chiesa di Veternigo ha bacchettato tutti: politici, burocrati, abortisti e razzisti, avendo come spunti di riferimento fatti di cronaca nazionale e locale. In settimana una frangia del paese si stava già mobilitando contro l'arrivo di qualche decina di nuovi migranti. «Un bimbo agli occhi dei genitori è semplicemente il loro bimbo e così il padre e la madre per quest'ultimo, non sono né bianchi né neri», esorta mentre dal fondo della chiesa un bimbo di colore, 10 anni e non più, sorride e sgattaiola di banco in banco allungando la mano ai presenti nel nome dello scambio del segno di pace, ma tutto questo il don dal pulpito non lo vede: sta ancora parlando. «L'accettazione del diverso' o di chi è problematico' per essere dei veri cristiani. Attenti a chi come nel '38 serpeggia alle leggi razziali. Attenti a chi si vuole liberare anche di un figlio imperfetto' preferendo l'aborto preventivo come fanno nella vicina Treviso ben il 70% delle famiglie. Che brutta notizia per il nostro' vescovo Agostino Gardin, e proprio nella settimana in cui è ricorso il suo compleanno». Don Paolo è irrefrenabile e in una chiesa gremitissima. Il prete ora parla dei falsi e veri miti: il Papa, Bob Dylan, la sua amata Juve, Sai Baba per arrivare ai grillini «La politica è bella, la politica fa bene se fatta con senso di giustizia e verità». Stavolta nel mirino, non più Berlusconi come nel 2013, bensì i pentastellati. Rei di aver fatto cadere il sindaco di Pomezia perché aveva chiesto di sforare la regola dei due mandati. «Un grande progetto di vita si basa su chi nel voler fare comunità è cristiano con la C' maiuscola. Non bisogna mai accontentarsi del minimo richiesto ma ambire a grandi progetti», chiude citando l'idea della grande banca del sangue d'Israele e dando poi la benedizione finale a tutti i fedeli presenti.
Annamaria Parisi
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