Crac Tredici Decimi condanne per 11 anni

Venerdì 20 Luglio 2018
ASOLO
E' finito con tre sentenze di condanna nei confronti degli altrettanti amministratori che si sono succeduti al vertice dell'azienda fino al fallimento - dichiarato nel 2012 - il processo di primo grado per la bancarotta fraudolenta da 2 milioni e 700 mila euro della Tredici Decimi srl di Asolo.
LA SENTENZA
Il collegio dei giudici formato dal presidente Francesco Sartorio, Cristian Vettoruzzo e Leonardo Bianco ha condannato, dopo un alunga camera di consiglio, Angelo Gambarotto, 58enne di Vedelago, a 6 anni di reclusione rispetto ai 10 anni chiesti dal pubblico ministero Vincenzo Russo, Lanfranco Cazzolato, 52enne di Castelfranco, a 3 anni e sei mesi per bancarotta per distrazione e dissipazione del patrimonio (il pubblico ministero ne aveva chiesti 4) e il tarantino 77enne Gualtiero Zottino, ultimo legale rappresentante della società, a due anni per bancarotta documentale, riducendo di un anno quanto era stato chiesto dall'accusa.
L'INCHIESTA
L'inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, era partita nel 2012 e nel 2016 aveva portato all'apertura di un fascicolo per bancarotta fraudolenta nei confronti dei tre imprenditori. Secondo la ricostruzione della Procura di Treviso la società sarebbe arrivata al fallimento con un buco da 2 milioni e 700 mila euro, frutto di un lungo periodo in cui la Tredici Decimi sarebbe stata di fatto uno strumento di arricchimento nelle mani della proprietà. Innazitutto attraverso l'apertura di un credito enorme costituito da quasi 2,5 milioni di euro in fatture anticipate presso quattro istituti bancari, che ritenendo la società in attivo e capitalizzata, quando invece i bilanci sarebbero stati truccati, non avrebbero avuto problemi a concedere quella montagna di denaro sotto forma di anticipo sugli importi contrattuali da ricevere. Che però sarebbero stati di fatto inventati. Incassati gli oltre due milioni e mezzo, Gambarotto avrebbe poi ceduto la società a Cazzolato il quale, secondo le ipotesi dei magistrati, avrebbe saccheggiato il patrimonio per fare acquisti di svariati beni, alcuni anche di lusso. Una volta spolpata la Tredici Decimi sarebbe poi passata ulteriormente di mano, questa volta al 77enne Zottino, che per gli inquirenti avrebbe di fatto svolto la funzione della testa di legno chiamato a far svanire la srl dopo averne trasferito la sede in Puglia.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci