Corsa ai municipi tra veleni e passione

Sabato 25 Maggio 2019
ELEZIONI
TREVISO Una campagna elettorale lunga, faticosa e nel finale anche velenosa. Dopo settimane passate a battagliare sul territorio, a battere palmo a palmo ogni singolo comune dei 56 che domani andranno al voto, il morale tra gli schieramenti di centrodestra e centrosinistra è comunque alto. Nonostante il voto amministrativo sia frammentato e annacquato da tanti risvolti civici, è innegabile che il confronto resti sempre lo stesso: tra un centrodestra dominato dalla Lega a caccia di un'affermazione clamorosa e il centrosinistra ben deciso a difendere i fortini conquistati sotto l'effetto Renzi.
OBIETTIVI
«Proprio così - sottolinea Riccardo Barbisan, consigliere regionale della Lega che ha tenuto d'occhio questa campagna elettorale in moltissimi comuni - cinque anni fa la sinistra ottenne grandi risultati grazie all'effetto Renzi. Oggi l'aria che soffia sembra molto diversa e una bella rincorsa è possibile». Il Carroccio mira a fare bottino pieno, ma 56 vittorie rappresentano un filotto estremamente complicato. La prima linea del voto serpeggia tra i quattro comuni maggiori (Vittorio Veneto, Mogliano, Paese e Preganziol) dove si potrebbe andare al ballottaggio. E qui la Lega vuole ritornare a governare Vittorio, mantenere Paese e prendere almeno una tra Preganziol e Mogliano. «Quella amministrativa è stata una bella campagna elettorale - osserva Barbisan - ho partecipato a tanti dibattiti e ho sempre trovato sale piene e cittadini interessati. E soprattutto ho vista una Lega in salute e molto propositiva».
I TEMI
«A sorpresa la questione profughi non è stata al centro di questa campagna. Anzi, il tema è proprio sparito». A dirlo è Giovanni Zorzi, segretario provinciale del Pd. Per lui il clima di queste settimane non è stato così sereno, la sua visione è diversa da quella di Barbisan: «Direi che è stata una campagna infestata dall'odio, combattuta e intensa. Abbiamo dovuto fare i conti con le uscite di Salvini, gli attacchi alla casta fatti dal Movimento 5 Stelle che hanno provocato solo un clima di disaffezione e l'allontanamento dalla politica. Non è stato facile». Zorzi parla dei messaggi offensivi, per non tacere delle minacce che hanno avvelenato gli ultimi giorni: «Si è passati dalle offese ai candidati via social e quelle dirette», rilancia. Barbisan invece ridimensiona: «I manifesti strappati li abbiamo subiti tutti, come sempre. Sinceramente non ho visto questo clima così incandescente».
LE RISORSE
Tornando ai temi, l'esponente del Carroccio ammette: «La sicurezza non è stata tra i più dibattuti. Piuttosto nei vari incontri si è parlato molto di sociale, di politiche di inclusione magari attraverso lo sport o il lavoro; si è parlato molto di cultura e di infrastrutture, altro tema che scalda non poco». Per Zorzi l'argomento forte è stato anche un altro: «I pochi mezzi a disposizione dei comuni, le difficoltà finanziarie - evidenzia il segretario Pd - sono stati i pensieri che hanno tenuto banco. Forse anche grazie a questa consapevolezza, contrariamente ad altre campagne elettorali, i candidati non si sono lanciati in promesse impossibili da mantenere. E sono stati importanti anche itemi ambientali, soprattutto in comuni sensibili sull'argomento come Paese». Sulle difficoltà finanziarie dei comuni la vede in modo diametralmente opposto Barbisan: «Io invece ho sentito solo amministratori soddisfatti per lo sblocco degli avanzi d'amministrazione voluto da questo governo. Una mossa che ha messo a disposizione risorse importanti: comuni che avevano 200mila euro a disposizione si sono ritrovati a poter spendere un milione. La realtà è che le piccole realtà, adesso, stanno respirando».
Paolo Calia
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