CORNUDA
Nel cellulare della 43enne Sofiya Melnyk, l'interprete ucraina svanita

Sabato 2 Dicembre 2017
CORNUDA Nel cellulare della 43enne Sofiya Melnyk, l'interprete ucraina svanita
CORNUDA
Nel cellulare della 43enne Sofiya Melnyk, l'interprete ucraina svanita nel nulla, la chiave per risolvere il mistero di Cornuda. Su quel cellulare, trovato dai carabinieri, ci sarebbero decine di numeri di telefono di persone che avevano stretto amicizia con la donna. Professionisti, imprenditori medici, ma non solo. Tutti hanno un tratto distintivo: sono facoltosi. E avevano un profondo legame con la 43enne, avvenente interprete ma anche accompagnatrice professionista. Proprio quest'ultima attività, come sarebbe emerso dai primi accertamenti dei carabinieri, avrebbe provocato frequenti scenate di gelosia del compagno.
UN TESTIMONE
Già da alcuni giorni i carabinieri del Nucleo investigativo di Treviso hanno iniziato a convocare, partendo dai tabulati telefonici, i contatti maschili che appaino sul cellulare della 43enne scomparsa. Alcuni, prima di incontrare i carabinieri, hanno deciso di farsi consigliare da un avvocato. Hanno poi scelto di chiarire e parlare. Sono stati convocati come persone informate sui fatti (non ci sono indagati). Da quanto filtrato i militari avrebbero chiesto se la 43enne offrisse sesso a pagamento. Tutti hanno risposto negativamente. Sia le persone sposate che quelle sentimentalmente libere. Avrebbero spiegato che gli incontri servivano per trascorrere alcune ore insieme senza chiare richieste sessuali. Sarebbe però emerso che alcuni incontri sarebbero terminati sotto le lenzuola. Ma mai la donna avrebbe chiesto denaro per gli incontri a luci rosse. «È capitato invece - ha fatto sapere un commercialista - che mi chiedesse un piccolo prestito, mai restituito, perché doveva pagare urgentemente dei debiti o delle bollette».
LA CONFIDENZA
Un altro professionista, da quanto filtrato, avrebbe fatto sapere d'aver assistito, non visto, a una scenata di gelosia fatta da Pascal Daniele Albanese a Sofiya. «Dovevamo vederci - è la versione fornita - ma quando sono arrivato ho visto un uomo, che poi ho saputo essere il compagno, fare una scenata di gelosia a Sofiya. Ho girato i tacchi e me ne sono andato». Anche questo elemento, come altri, sono all'esame dei carabinieri. Potrebbero essere determinanti per capire cosa è accaduto nella casa di Cornuda. Se Daniel si è ucciso perché Sofiya era scappato o perché, distrutto dal rimorso, l'aveva uccisa. Nella sostanza se chi sta battendo le campagne tra Cornuda e Maser, anche ieri in azione quasi un centinaio di persone, con i cani, sta cercando un cadavere o un una donna in fuga.
LE INDAGINI
I carabinieri e la Procura stanno cercando di dare certezze ai sospetti. Quei numeri telefonici sul cellulare della donna scomparsa aprono nuovi scenari oltre a quelli, inizialmente ipotizzati, dell'omicidio suicidio e del suicidio causato dalla fuga della donna. Si ipotizza che la 43enne, ottenuti nuovi documenti (quelli vecchi sono stati trovati), possa essere scappata con un nuovo amore. Ma anche che possa aver incontrato un maniaco che l'abbia fatta sparire. Pare invece escluso che la donna possa aver cercato di ricattare un amico che, esasperato, l'abbia uccisa.
MACCHIA DI SANGUE
Negli ambienti vicini alla famiglia della donna scomparsa si è fatto riferimento a una macchia di sangue, trovata in un luogo frequentato dal compagno suicida. Un'ipotesi che non trova conferme investigative, ma che spiega perché, a quasi 20 giorni dalla scomparsa, si continui a cercare la 43enne nelle campagne di Maser e ai piedi della forcella Mostaccin, dove è stata trovata l'auto, una Renault nera, dell'interprete ucraina.
ORE DI BUIO
Ancora senza esito la ricostruzione delle ore precedenti alla scomparsa della 43enne. Si sa che avrebbe dovuto recarsi a Treviso per una cena con alcune amiche. Certo che all'appuntamento non è mai arrivata. Ma è partita da Cornuda? Ha guidato lei la Renault fino a Maser? Lì c'era qualcuno ad attenderla? Tutti misteri ai quali stanno cercando di dare una risposta i carabinieri e la Procura. Per non ritrovarci, tra qualche anno, a parlare di un'altra scomparsa misteriosa come quella di Marianna Cendron.
Roberto Ortolan
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