CONTRADDIZIONI
TREVISO Sono state fatte cose buone nell'ambito della cultura.

Venerdì 27 Aprile 2018
CONTRADDIZIONI
TREVISO Sono state fatte cose buone nell'ambito della cultura. Ma tra i trevigiani c'è grande voglia di cambiamento. Questo il polso di clienti e frequentatori del quartiere secondo Nicoletta Nalin, titolare della camiceria Gentj. «Aver incentivato il ritorno delle mostre è sicuramente un punto a favore di Manildo. Poi come sia stata gestita l'accoglienza dei turisti a queste mostre, è un altro paio di maniche. Faccio un esempio: a marzo ci hanno chiuso tutte le domeniche la città ed è stato disastroso. Per noi commercianti per primi, ma anche per i molti turisti che si sono lamentati perchè sono arrivati da altre città e hanno trovato tutto bloccato». L'altro grande fronte aperto in Pescheria risulta sempre più la sicurezza: «Si può fare tanto: noi viviamo in una realtà bellissima che però gode di pessima sicurezza. Gli atti di vandalismo sono all'ordine del giorno. È quasi umiliante per noi che ci diamo da fare per mettere a posto e garantire decoro e illuminazione al quartiere. Non parliamo del sabato sera. Diventa un Bronx: ragazzi e ragazzini si sfogano». Nalin ricorda gli ultimi episodi: la mostra fotografica en plein air brucita e strappata di notte: «Credo sia un problema generalizzato. Bisogna incentivare i controlli al massimo, e posizionare il numero più alto di telecamere possibile ».
IL VOTO
La valutazione sull'operato dell'amministrazione ha più meno che più: «La Giunta attuale? Se parliamo della figura del signor Camolei, ho dialogato molto bene. Si è speso per il commercio. Il sindaco invece l'ho visto due volte in cinque anni in questo quartiere. Io sono abituata ad avere ben altri rapporti con i nostri amministratori, il sindaco deve andare per strada e tastare il polso della città». La proiezione è quindi la voglia di cambiamento: «C'è sempre maggiore apprensione sul fronte sicurezza, e c'è voglia di tornare ad essere padroni della propria città. Non parlo di immigrazione, parlo di ordine e decoro che oggi mi pare manchino».
MEMORIA STORICA
Enrico De Wrachien è la memoria stessa di questo quadrante. Un secolo di storia della sua famiglia si gioca tra via San Francesco, via San Parisio e Sant'Agostino. Nato e cresciuto in Pescheria rivendica un sentimento di appartenenza fortissimo, che tradisce quasi un fastidio nei confronti del nuovo nome dato al quartiere. «Il mio amore è viscerale. Questo non è solo il luogo più bello di Treviso, ma anche quello in cui una serie di attività storiche ha saputo fare la differenza». Personalizzazione, identità, distinzione, rapporto diretto e fidelizzazione del cliente: ecco Fermi, Morandin e De Wrachien, solo per fare qualche nome. La sensazione in questi cinque anni? «Il nulla di fatto. Sono deluso e preoccupato». L'amministrazione aveva fatto promesse precise, tra cui una campagna di comunicazione e protezione per i commercianti nel delicato passaggio del centro a zona rossa, e nuovi arredi urbani per ingentilire l'area. Invece sono arrivate solo le Ztl. «Non è stato spostato neanche un sanpietrino. Lo dico con onestà intellettuale e lontano da strumentalizzazioni: i fatti parlano da soli. Noi abbiamo bisogno di risposte».
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