Conte: «Turismo, cambiamo marcia»

Martedì 20 Agosto 2019
L'INTERVISTA
TREVISO «Siamo una città turistica a tutti gli effetti. Ma da dentro non ce ne rendiamo ancora conto». Il sindaco Mario Conte sintetizza così una crescita sotto gli occhi di tutti: Treviso attira sempre più turisti ma non ha ancora cambiato del tutto mentalità. Serve una scossa. E ha già in mente alcuni passi: «Voglio convocare un tavolo che metta assieme i comuni trevigiani più importanti dal punto di vista turistico da Asolo a Conegliano, Vittorio Veneto, Montebelluna, Oderzo e tanti altri oltre al Consorzio di Promozione Turistica, la Fondazione Marca Treviso e la Regione che grazie al governatore Luca Zaia sta facendo un lavoro eccezionale. Adesso però tocca a noi. Bisogna fare rete, formulare una proposta nuova. I visitatori ci sono, anche nel capoluogo che ha enormi potenzialità, penso solo all'aeroporto. Serve un salto di qualità».
Sindaco Conte, Treviso si sta aprendo al turismo?
«Quest'anno il portale di prenotazioni Booking applica su Treviso le stesse tariffe previste per i luoghi considerati meta turistica. Da fuori ci vedono così: una città turistica. Noi, da dentro, stentiamo ancora a capirlo».
E le presenze aumentano.
«Il nostro obiettivo è quello di rendere Treviso attrattiva. In questi giorni è strapiena. Aumentano soprattutto i turisti italiani, segno che la promozione funziona».
Però, in questa rinascita turistica, ci sono delle ombre.
«Dobbiamo crescere sotto il profilo dell'ospitalità e dell'accoglienza. Bisogna acquisire una nuova consapevolezza. Ripeto: siamo una città turistica».
Però i commercianti e i ristoratori che hanno chiuso per Ferragosto evidentemente non hanno ritenuto di perdere queste grandi occasioni.
«Ma stiamo parlando di poche situazioni. In tutte le città, in questo periodo, si trova qualcosa di chiuso. Purtroppo le critiche sono comparse sui social, dove si tende a sottolineare solo gli aspetti negativi».
Hanno chiuso anche le chiese.
«Ho letto della polemica attorno alla chiusura della chiesa di Santa Lucia. Serve un salto di qualità da parte di tutti, anche dei cittadini: dobbiamo essere noi i primi promotori delle nostre bellezze. Santa Lucia sarà stata chiusa, ma erano aperte Duomo, San Nicolò, San Francesco che potevano benissimo essere indicate ai turisti».
Altro punto: l'Ascom dice che agosto non è il mese migliore per l'offerta turistica trevigiana. Le stagione calde sono autunno e primavera.
«Il volto del nostro turismo è cambiato. Smettiamola di guardare indietro, di restare fermi dentro soliti steccati. A luglio e agosto i turisti sono stati tantissimi, adesso bisogna ragionare su come incentivare la permanenza. È in atto un cambiamento, adattiamoci. Bisogna impegnarsi tutti quanti a fare di più».
Federalberghi però non ha notato questo boom di presenze. Anzi dice che tante camere restano vuote e che servono eventi come quelli di Marco Goldin per convincere i turisti a pernottare.
«L'amministrazione il suo lo sta facendo: a ottobre partirà la grande mostra a Santa Caterina, a settembre ci sarà quella dell'Nba. Inoltre, rispetto al passato, abbiamo investito il 60% in più in ambito turistico e l'80% in quello culturale. Ma chiedo a tutti di essere protagonisti».
Che timore ha?
«Non mi piace l'idea di un'amministrazione che fa e le categorie, come gli albergatori, seduti al tavolo della giuria per dare un voto. Invece mi aspetto proposte, progetti. Preferisco il dialogo e il confronto per trovare le soluzioni migliori».
Sta lanciando un appello?
«Sto chiedendo a tutti un cambio di mentalità. I turisti ci sono: chi ha idee da proporre venga in Comune, le porte sono aperte. Smettiamola di guardare esclusivamente a quello che fa l'amministrazione: noi siamo solo una parte. È necessario che tutti facciano di più».
Morale finale?
«Semplice: la sfida del turismo la si vince o la si perde tutti assieme. E io non ci penso nemmeno a perderla. Che nessuno rimanga seduto in riva al fiume in attesa che altri propongano soluzioni. Dobbiamo essere tutti protagonisti».
Paolo Calia
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