Conte: «Mappare tutti i profughi, l'accoglienza diffusa non funziona»

Sabato 22 Agosto 2020
Conte: «Mappare tutti i profughi, l'accoglienza diffusa non funziona»
IL CASO
TREVISO L'accoglienza diffusa e il trasferimento di alcuni profughi negativi al Covid al di fuori della ex caserma Serena non sono soluzioni sufficienti a gestire l'emergenza sanitaria e il controllo dei richiedenti asilo. Bisogna mappare tutti i luoghi in cui i migranti vengono collocati e intensificare i controlli delle forze dell'ordine Lo afferma il sindaco di Treviso, Mario Conte, alla luce dell'arresto di quattro ospiti del centro d'accoglienza avvenuto mercoledì. Uno di loro si era allontanato prima dell'esplosione del focolaio di Coronavirus nelle settimane scorse e aveva trovato ospitalità da alcuni connazionali alla Tower House di via Pisa, lo stesso palazzo in cui erano stati destinati altri cinque migranti negativi al virus affidati alla cooperativa Hilal, suscitando asprissime contestazioni da parte dei residenti.
IL SINDACO
In concomitanza con il vertice tenutosi a inizio agosto in prefettura e con la decisione di allontanare dalla struttura di Casier i profughi negativi al virus, cinque di loro erano stati presi in carico dalla cooperativa sociale che li aveva dislocati (seppur per poche ore) in uno degli appartamenti del grattacielo alla periferia nord della città. Un arrivo che non era passato inosservato e che aveva scatenato le ire dei residenti e, non da ultimo, dello stesso primo cittadino che aveva duramente lamentato il fatto di non essere stato avvisato dalle autorità. Dopo l'arresto del 31enne senegalese ex ospite della caserma Serena rifugiatosi alla Tower House, Conte ha replicato: «Uno dei quattro richiedenti asilo finiti in manette dopo le violenze nel centro di accoglienza (accusati di sequestro di persona, saccheggio, devastazione e resistenza a pubblico ufficiale per le rivolte del 12 giugno scorso ndr) si era allontanato nascondendosi in via Pisa ha spiegato il sindaco. Avevo già espresso il mio dissenso per il fatto che in quel luogo fossero trasferiti i migranti, ora, oltre al pugno di ferro, è necessario che venga disposta una mappatura chiara e dettagliata di tutti i luoghi dove i richiedenti asilo vengano trasferiti e ospitati».
NUOVE MISURE
Una presa di posizione forte quella del primo cittadino, che oltre alla pianificazione e tracciatura degli spostamenti richiede anche un'intensificazione dei controlli sul territorio. «La polizia locale già interviene e continuerà a farlo come di consueto puntualizza Conte, ma è necessario uno sforzo collettivo per incrementare i servizi interforze da svolgere insieme a carabinieri e polizia». Il sindaco ritiene necessario rivedere anche la formula dell'accoglienza diffusa, che prevede di dislocare i richiedenti asilo in realtà piccole e distribuite sul territorio, ad esempio in appartamenti gestiti da cooperative, anziché nei centri di permanenza massiva con centinaia di ospiti come avviene alla ex Serena di Dosson. Un modello che ha sempre suscitato un acceso dibattito e sul quale il sindaco si esprime senza mezzi termini: «Quanto accaduto conferma che le forme di accoglienza diffusa fanno acqua da tutte le parti. Distribuire qua e là persone che non di rado faticano a integrarsi o non rispettano le regole comporta difficoltà di gestione e confusione ha evidenziato. penso che le mie richieste siano ragionevoli e sacrosante. Come sindaco tutelerò la salute e la sicurezza dei cittadini fino in fondo».
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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