Commercianti delusi «Non siamo liberi»

Mercoledì 22 Novembre 2017
PORTA ALTINIA
TREVISO «Se non si fosse capito, qui a porta Altinia viviamo in un regime di libertà condizionata». Danilo Merlo è il presidente dell'associazione di commercianti e residenti che da alcuni anni si batte per restituire vivibilità e decoro al quadrante. E lunedì sera ha ascoltato con attenzione le parole del sindaco. Nel corso di un'assemblea straordinaria che è stata aggiornata al 18 gennaio. E che non li ha persuasi del tutto.
Soddisfatto?
«Sono positivo per natura. La mia impressione è che qualche passo nella direzione giusta si stia facendo».
Ma le parole del sindaco l' hanno convinta?
«Manildo è bravissimo nel dribblare i temi ostici. Del resto è il suo mestiere. Tuttavia l'assemblea straordinaria è stata utile per poter enumerare i temi caldi, secondo le segnalazioni raccolte nel quartiere».
Come definirebbe il risultato della serata?
«Discreto. E mi spiego: il Prefetto non si è neppure degnato di risponderci. Invece noi avremmo voluto parlare direttamente anche con lui che rappresenta lo Stato. Il sindaco è arrivato con vicesindaco e assessore alle attività produttive. Non ci ha negato il confronto. Non solo, ha risposto su alcuni temi. Quindi bene».
Su cosa non vi ha convinto?
«Sul tema della sicurezza. Perché è vero e innegabile che i controlli siano stati aumentati. Il problema è che quando le forze dell'ordine se ne vanno, questi tornano. Per cui la misura finisce per non essere efficace».
RESIDENTI INFURIATI
Merlo poi dà sfogo alle lamentele dei cittadini. «Le mamme non escono con i figli in passeggino. I bambini non possono giocare sotto casa. Avevamo richiesto che il parchetto di Porta Altinia venisse attrezzato e protetto, ma su questo non abbiamo ottenuto risposta». C'è poi una questione su cui Ca' Sugana non si è espressa. Ed è, a parere del presidente dell'associazione, centrale: «Da tempo chiediamo che venga realizzata un'opera per noi importante, si tratta di uno scivolo che da viale Roma porti alla stazione delle corriere. Così facendo si aprirebbe e renderebbe più pubblico e meno compresso e tortuoso quel tratto. Perché lì tra spaccio ed altre cose, si approfitta degli anfratti. É un'opera strutturale, ma sarebbe importante per rendere più sicura la zona». Resta poi il nodo di via Orioli: «I commercianti di quella strada non sono venuti perché sono troppo arrabbiati. Avevano paura di non trattenersi». E le assicurazioni fatte, come il rinnovo dell'illuminazione pubblica, ha convinto fino a un certo punto: «Il retropensiero che siano promesse elettorali un po' c'è - gli fa eco il titolare del Bar Venezia - diciamo che i benefici delle loro promesse si avranno tra un anno e mezzo. Quando forse loro non ci saranno neanche più».
E. F.
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