IL LUTTO
TREVISO Nella Treviso che non c'è più, nella piazza che viveva attorno a locali simbolo, e il Biffi lo era eccome, il baffo era uno dei volti più noti. Almerino Pernechele detto, appunto, il baffo, salutava tutti, conosceva tutti. E sabato si è arreso. Un altro capitolo della trevigianità più bella si chiude, accompagnata da un velo di malinconia.
ANNI 70
Pernechele è non era un trevigiano doc, come si dice, ma lo è diventato grazie al suo carattere, alla sua burbera allegria e grazie alla...porchetta. Nato ad Annone Veneto, ha sempre fatto il barista. Negli anni Settanta ha iniziato a lavorare al Biffi. Insieme a Francesco, Ciccio, Luciano e Lugini, ha fondato la cooperativa che per molto tempo gestirà lo storico locale. Da lì sono passati tutti: studenti e imprenditori; politici e artisti; sportivi e intellettuali. Un locale che oggi non c'è più, rimpianto da tutti e che nessuno riesce, o vuole, riportare in vita. I panini del Biffi sono entrati nella storia cittadina, un po' come le mozze dalla Gigia o le pizzette filanti di Danesin. Quelli alla porchetta sono un ricordo di gioventù indelebile per tanti trevigiani. E l'addetto al taglio era lui, il baffo: non per niente l'immagine che maggiormente lo rappresenta è quella mentre, chino sull'affettatrice, distribuisce sapientemente fette e panini. Il suo volto ha accolto e accompagnato intere generazioni. E la notizia della sua scomparsa ha fatto il giro della città, riversandosi poi nel web.
IL RICORDO
Nella pagina Sei di Treviso se... i commenti si sono sprecati. Michele Ragazzon, altro cameriere di quello storico locale, ha voluto condividere un aneddoto: «Un giorno una turista disse a Rino: scusi cos'è? Tacchino? Rino alzò la testa, la guardò e alzando il braccio col coltello in mano ad altezza della sua testa rispose: sì grando cusi'!!!». Questo era Rino, il baffo di Treviso.
I funerali si svolgeranno domani alle 17 ad Annone Veneto.
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO Nella Treviso che non c'è più, nella piazza che viveva attorno a locali simbolo, e il Biffi lo era eccome, il baffo era uno dei volti più noti. Almerino Pernechele detto, appunto, il baffo, salutava tutti, conosceva tutti. E sabato si è arreso. Un altro capitolo della trevigianità più bella si chiude, accompagnata da un velo di malinconia.
ANNI 70
Pernechele è non era un trevigiano doc, come si dice, ma lo è diventato grazie al suo carattere, alla sua burbera allegria e grazie alla...porchetta. Nato ad Annone Veneto, ha sempre fatto il barista. Negli anni Settanta ha iniziato a lavorare al Biffi. Insieme a Francesco, Ciccio, Luciano e Lugini, ha fondato la cooperativa che per molto tempo gestirà lo storico locale. Da lì sono passati tutti: studenti e imprenditori; politici e artisti; sportivi e intellettuali. Un locale che oggi non c'è più, rimpianto da tutti e che nessuno riesce, o vuole, riportare in vita. I panini del Biffi sono entrati nella storia cittadina, un po' come le mozze dalla Gigia o le pizzette filanti di Danesin. Quelli alla porchetta sono un ricordo di gioventù indelebile per tanti trevigiani. E l'addetto al taglio era lui, il baffo: non per niente l'immagine che maggiormente lo rappresenta è quella mentre, chino sull'affettatrice, distribuisce sapientemente fette e panini. Il suo volto ha accolto e accompagnato intere generazioni. E la notizia della sua scomparsa ha fatto il giro della città, riversandosi poi nel web.
IL RICORDO
Nella pagina Sei di Treviso se... i commenti si sono sprecati. Michele Ragazzon, altro cameriere di quello storico locale, ha voluto condividere un aneddoto: «Un giorno una turista disse a Rino: scusi cos'è? Tacchino? Rino alzò la testa, la guardò e alzando il braccio col coltello in mano ad altezza della sua testa rispose: sì grando cusi'!!!». Questo era Rino, il baffo di Treviso.
I funerali si svolgeranno domani alle 17 ad Annone Veneto.
Paolo Calia