Chiuse le graduatorie: «Così aumenta la burocrazia»

Mercoledì 23 Gennaio 2019
Chiuse le graduatorie: «Così aumenta la burocrazia»
IL PERICOLO
TREVISO I concorsi per assumere medici e infermieri negli ospedali oggi sono indispensabili. Ma proprio su questi adesso scoppia l'allarme: d'ora in poi l'Usl non potrà più concludere le selezioni formando una graduatoria, assumendo direttamente i primi classificati e riservandosi la possibilità di scorrere successivamente la lista reclutando in caso di necessità anche gli altri candidati risultati idonei. A segnalarlo è Ivan Bernini, segretario della Funzione pubblica della Cgil di Treviso: «Nella legge di stabilità c'è una norma che in buona sostanza dice che chi apre dei concorsi poi può procedere con le assunzioni solo limitatamente al numero di posti messi in concorso». Gli effetti potrebbero essere pesantissimi. Un esempio per tutti. All'inizio di dicembre oltre 2.300 aspiranti infermieri si sono presentati a Conegliano per l'inizio delle selezioni aperte dall'Usl della Marca per la copertura di quattro posti. Il contrasto tra i numeri può sembrare stridente. Ma in realtà non è così.
IL CAMBIAMENTO
Oltre alle quattro assunzioni, infatti, una volta concluso il concorso verrà definita una graduatoria di infermieri dalla quale potrà continuare a pescare la stessa azienda sanitaria trevigiana, così come le altre del Veneto, per ulteriori assunzioni. Ciò sarà possibile solo perché le selezioni sono iniziate l'anno scorso. Ora cambia tutto. «Se il concorso non fosse stato bandito prima della fine dell'anno scorso specifica Bernini non sarebbe più stato possibile assumere oltre i quattro posti espressamente previsti. La novità è che oggi, una volta coperti i posti messi a bando, la graduatoria muore e non è più possibile scorrerla per sostituzioni né metterla a disposizione di altre aziende sanitarie che devono assumere personale. Tutti parlano dei costi della burocrazia. Ecco, questo fa aumentare sia i tempi che i costi, perché bisognerà fare ogni volta nuovi concorsi». Il problema è assolutamente concreto. Ci sono già alcune selezioni avviate dopo l'inizio di gennaio: «Ad esempio quelle per Psichiatria rivela il sindacalista nell'Usl della Marca mancano 18 psichiatri. Ed è stato fatto un concorso per soli due posti. Ma ne mancano materialmente 18. Ora andremo a fare le verifiche del caso».
IL CONFRONTO
A livello ufficiale l'azienda sanitaria trevigiana indica la mancanza di sei psichiatri. Per la Cgil, però, le cose non stanno così: «Basta andare a vedere come si lavora nei centri di salute mentale, ad esempio a Oderzo». In tutto ciò il punto è uno solo: con la nuova norma rispondere alla carenza di medici sarà sempre più difficile. Per di più, secondo il sindacato, ci si è mossi troppo tardi. «Sono anni che sosteniamo che andavano fatte le assunzioni negli ospedali per evitare una fuga dei giovani verso l'estero e dei altri professionisti verso strutture private, cosa che si sta verificando tira la fila Bernini tutto quello che sta accadendo adesso non può non farci arrabbiare. C'è da ricordare che noi abbiamo sottoscritto il contratto l'anno scorso, a distanza di dieci anni dalla scadenza. Mentre i medici non l'hanno ancora fatto. A fronte di questo, di cosa stiamo parlando oggi? Non si può pensare di portare avanti una reale e seria programmazione riguardante il personale degli ospedali e delle strutture sanitarie pubbliche se si bloccano le assunzioni e non si rinnovano i contratti a professionisti, come è accaduto. Anche perché allo stesso tempo ci sono realtà private che offrono loro condizioni migliori a livello di stipendio, magari senza grandi turni e senza grandi reperibilità. Così si ha un doppio problema: la fuga verso l'estero, soprattutto da parte delle nuove generazioni, ma anche la fuga verso il privato».
M. Fav.
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