Cento persone in isolamento «Siamo stati noi a consigliarlo»

Martedì 25 Febbraio 2020
Cento persone in isolamento «Siamo stati noi a consigliarlo»
IL DATO
TREVISO Sono oltre cento i trevigiani già messi in isolamento domiciliare dai medici di famiglia che, come prevede il piano di emergenza per il coronavirus, hanno iniziato a effettuare il filtro al telefono, senza ricevere tutti in ambulatorio, se non su appuntamento. La proiezione è stata fatta da Brunello Gorini, segretario della Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia, oltre che dottore di base a Salgareda e Ponte di Piave. «Si tratta di persone che presentano alcuni dei fattori di rischio specifica il dottore possono ad esempio avere dei sintomi simil influenzali lievi, febbre o tosse, e aver in qualche modo avuto a che fare con le zone dove si sono sviluppati i focolai. Non sono casi che possono essere inquadrati come sospetti specifica presentano solo alcune caratteristiche. Si tratta di una misura presa forse anche per eccesso di zelo. Ma in questa situazione meglio procedere con la massima prudenza».
I CASI
In alcuni casi sono stati i datori di lavoro a chiedere ai dipendenti di rimanere a casa e di tornare solo dopo aver eseguito il tampone per il coronavirus. Questo, però, non si fa in modo indistinto. Cioè se non c'è un reale sospetto. E così è scattata la soluzione intermedia dell'isolamento domiciliare. Il certificato viene fatto dopo la visita in ambulatorio, previo appuntamento. «Abbiamo avuto un paziente di 36 anni, ad esempio, con febbre e dissenteria per due giorni rivela Luigi Faggian, medico di San Biagio e vicesegretario della Fimmg di Treviso lavora in banca e prende sempre mezzi pubblici. Alla luce di questo, si è deciso di vedere l'evoluzione del problema con un isolamento domiciliare fino a sabato».
LA PRASSI
I medici di famiglia seguono giorno per giorno ogni persona in quarantena, tendo sotto controllo in primis la febbre. Non solo al telefono. La Fimmg, prima in Italia, ha messo a disposizione di tutti i dottori di base del Veneto la propria piattaforma online Atlas Medica. Attraverso una password, il sistema criptato consente di fare video-chiamate ai pazienti, così da avere anche un contatto visivo. «Al momento viene usato da mille medici in tutto il Veneto spiega Faggian vuol dire che ci sono già 1,5 milioni di pazienti che possono essere seguiti in questo modo». In questa situazione di emergenza, il sistema è pronto per essere gratuitamente allargato a tutti i medici operanti nella regione e, di conseguenza, ai quasi 5 milioni di abitanti del Veneto. «La piattaforma è in grado di gestire contemporaneamente oltre 20mila video-chiamate», specificano dalla Fimmg. I trevigiani stanno rispettando l'indicazione di non recarsi dal medico senza averlo prima contattato per telefono per prendere un appuntamento. L'appello è sempre quello di non riversarsi subito nei pronto soccorso e negli ambulatori. «Abbiamo annullato tutti gli appuntamenti differibili, in modo da essere a disposizione di tutte le persone che stanno male spiega Bruno Di Daniel, segretario dello Snami di Treviso e medico a Maserada gli spostamenti non necessari vanno ridotti al minimo. Così come le visite nelle case di riposo, se non sono indispensabili. Pensiamo anche ai pazienti oncologici. E' inutile che si assumano dei rischi venendo in ambulatorio: se servono delle impegnative possono essere spedite via internet. Oggi bisogna agevolare ogni attività pensando alla salute delle persone».
I CONSIGLI
In queste ore gli smartphone dei medici di famiglia sono bollenti. Ma al momento è proprio questa la condizione migliore. Anche alcuni dottori di base in pensione, in tutto una decina, sono pronti a rientrare in servizio per dare un contributo nell'emergenza. Il triage telefonico è ben dettagliato. Nel caso in cui i pazienti con la febbre abbiano soggiornato in paesi a rischio o abbiano avuto contatti con persone a rischio per il coronavirus, si fa subito intervenire il 118. Stesso discorso in caso di coscienza alterata, pressione sistolica bassa (minore o uguale a 100), se il paziente è in grado di misurarsela, o se ci sono difficoltà a respirare anche a risposo. Di seguito, se nel corso della valutazione clinica, sempre al telefono, emergono i profili di una polmonite, il medico di famiglia attiva il 118 o la task force di specialisti creata dall'Usl della Marca. Se invece non ci sono preoccupazioni rilevanti, si fissa un appuntamento per una rivalutazione telefonica. Per ora il sistema funziona. E le telefonate stanno arrivando pure dall'altra parte del mondo. «Un paziente ci ha chiamato dalla Malesia per chiedere cosa poteva fare conclude Faggian dopo il rientro in Italia, si metterà in quarantena volontaria per 14 giorni».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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