Cento farmacisti disposti a vaccinare «Pronti a partire dal mese di giugno»

Venerdì 14 Maggio 2021
Cento farmacisti disposti a vaccinare «Pronti a partire dal mese di giugno»
LA CAMPAGNA
TREVISO La formazione dei farmacisti nei centri vaccinali dell'Usl partirà entro la fine di questo mese. Al netto di intoppi, quindi, da giugno ci si potrà sottoporre all'iniezione anti-Covid anche nelle farmacie. Sono oltre 100 quelle che hanno aderito al programma. Manca solo l'ultimo passo: dopo la parte teorica, c'è da affrontare quella pratica. Chi la porterà a termine conseguirà il patentino di farmacista-vaccinatore. E così si potrà iniziare. «Abbiamo ricevuto delle richieste da parte dei farmacisti spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca in questo momento ci stiamo attrezzando per la formazione. Di seguito potremo cominciare con il tutoraggio nei centri vaccinali. L'obiettivo è partire verso la fine del mese».
«SIAMO PRONTI»
Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite, attende la comunicazione ufficiale: «Noi, comunque, siamo pronti». Le vaccinazioni in farmacia non saranno aperte a tutti. In base all'accordo nazionale recepito dalla Regione, si partirà dai cittadini con più di 60 anni, senza problemi di salute (quindi con anamnesi negativa). A quanto pare si userà il siero Johnson & Johnson (monodose). Lo stesso che l'Usl si appresta a consegnare ai medici di famiglia che decideranno di vaccinare (anche in questo caso l'adesione è libera). Nei magazzini ci sono già 3.500 dosi. E nei prossimi giorni ne arriveranno altre 12mila, sempre di Johnson & Johnson. «I distretti sociosanitari sono a disposizione per la fornitura dei vaccini che potranno essere somministrati negli ambulatori», si legge nella lettera che Benazzi ha inviato ai dottori. A differenza dei farmacisti, i medici di famiglia non hanno limitazioni per quanto riguarda l'esecuzione delle vaccinazioni.
I DISTINGUO
A livello organizzativo, però, non mancano i distinguo. Ai camici bianchi non è piaciuta l'apertura ai farmacisti. Il sindacato Snami Veneto ha chiesto un incontro urgente con Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità, e intanto consiglia ai propri iscritti di non procedere con ulteriori campagne vaccinali. Ma all'interno dello stesso Snami non tutti la pensano allo stesso modo. In ogni caso, i medici di famiglia hanno garantito la due giorni di chiusura degli ambulatori, il 18 e il 19 maggio, con la contemporanea attivazione della guardia medica in orario diurno, per completare il quadro degli over 80 andando a eseguire i richiami anti-Covid a domicilio sugli oltre 3.500 anziani che hanno ricevuto la prima dose tra il 20 e il 22 aprile. Di seguito, anche le persone più giovani che non possono muoversi da casa verranno vaccinate a domicilio. Per tutti gli altri i riferimenti ad oggi restano i centri vaccinali. A partire dal maxi-polo dell'ex Maber a Castrette di Villorba, più i Vax-point di Ponte di Piave, Godega, Vidor e Riese. «Stiamo centellinando i vaccini a disposizione in modo da scongiurare giorni di blocco. Ieri abbiamo vaccinato in tutto 5mila persone. E domani saliremo a 7mila, comprese 3.800 nel centro di Villorba fa i conti il direttore generale dell'Usl abbiamo accolto positivamente le parole del generale Figliuolo in merito al prossimo arrivo di un numero sempre più consistente di dosi. Non appena ci sarà la possibilità, allungheremo l'apertura del centro dell'ex Maber anche fino a mezzanotte». Di pari passo si prosegue con le chiamate per il personale sanitario che non si è vaccinato contro il Covid. L'azienda sanitaria ha inviato in tutto mille lettere. Il personale ha 5 giorni di tempo per spiegare perché non si è vaccinato o per prenotare l'iniezione. Senza un valido motivo, scatta la sospensione. Con il taglio dello stipendio. «Entro martedì conclude Benazzi potremo tirare le fila». (m.f.)
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