Casa rifugio per vittime di violenza uno spiraglio per il finanziamento

Mercoledì 22 Novembre 2017
IL PROGETTO
TREVISO Si apre uno spiraglio sul progetto casa rifugio: la Regione ieri ha chiesto nuovo materiale per approfondimenti. E entro i primi di dicembre darà il parere definitivo sul finanziamento che potrebbe portare anche Treviso ad avere un luogo protetto per donne vittime di violenza familiare. La partecipazione al bando, si ricorderà, aveva visto la collaborazione tra Comune di Treviso e la cooperativa La Esse che gestisce a Mestre una struttura simile. In prima battuta nella partnership avrebbe dovuto entrare anche la Domus di Quinto di Treviso (nella foto), poi invece il progetto è stato stilato a due. La presentazione della domanda scadeva il 29 settembre. Poi più nulla. Al punto che ormai Treviso disperava di poter beneficiare degli 80mila euro per avviare la casa rifugio. Ieri invece la richiesta della Regione, che riapre di fatto la possibilità. Sarebbe un grande risultato per i 30 anni del Telefono Rosa a Treviso, che si festeggeranno nel 2018. Un servizio necessario: ad oggi nel solo 2017 sono 143 le donne che hanno fatto ricorso all'aiuto del Telefono Rosa. L'attività di ascolto è stata implementata dall'apertura, nel 2017 da tre nuovi centri d'ascolto: Vittorio Veneto, Castelfranco, Montebelluna. «È il 1522, il numero nazionale che smista poi le richieste nei vari territori di competenza - conferma Daniela Zambon, operatrice - anche se molte donne preferiscono essere seguite in realtà diverse dal proprio territorio. Spesso perché il marito è un uomo conosciuto». Scorrendo infatti le statistiche 2016 si scopre che il 60% delle donne che denuncia abusi è sposata. Ed è la stessa percentuale che dichiara una violenza fisica. Su 164 denunce il 110 casi si tratta di violenza assistita.
E. F.
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