Ca' delle Alzaie, il Comune in tribunale

Sabato 17 Agosto 2019
IL CASO
TREVISO Un esposto in Procura contro il Comune per contestare un presunto abuso d'ufficio. Diventa sempre più incandescente il braccio di ferro che si sta consumando sulla riva del Sile. Uno di fronte all'altro due privati: l'immobiliare che si occupa dell'ormai ex Piruea Sile 4 (tutto il lotto è già stato edificato ndr) di viale IV Novembre e la ditta Cazzaro che sta portando avanti il progetto Ca' delle Alzaie: tre edifici da sette piani da realizzare al posto di una fabbrica abbandonata sulla riva del fiume e che ospitano sulle loro facciate 120 alberi e 400 arbusti e per questo ribattezzato bosco verticale. In mezzo il settore Urbanistica di Ca' Sugana, accusato di aver dato il via libera alla realizzazione di quanto immaginato dall'archistar Stefano Boeri attraverso un permesso non adeguato.
IL NODO
La questione è in punta di diritto. Si è sviluppata inizialmente con uno scambio di lettere tra privati: l'immobiliare ha prima intimato a Cazzaro di bloccare i lavori perché, a suo dire, l'iter di approvazione del progetto presentava dei punti da chiarire. Tre le contestazioni principali: l'aver avviato i lavori con una semplice Scia (dichiarazione di inizio dei lavori ndr) e non con un permesso più puntuale concesso dal Comune; le altezze degli edifici in via di realizzazione tutte da verificare; il mancato rispetto di quanto sarebbe stato previsto dal Piruea Sile 4, ovvero un collegamento tra viale IV Novembre e la Restera che il compesso di Boeri andrebbe a bloccare. Ovviamente la risposta dei legali di Cazzaro, l'avvocato Guido Sartorato coadiuvato dall'avvocato Umberto Saracco è stata perentoria: è tutto in regola e il cantiere va avanti.
A CA' SUGANA
L'immobiliare non si è però arresa e ha cambiato obiettivo. Ha spedito una lettera/esposto all'ufficio Urbanistica del Comune chiedendo di annullare, in auto-tutela, la Scia concessa per Ca' delle Alzaie allegando una serie dettagliata di rilievi. Gli uffici tecnici hanno chiesto una controdeduzione ai legali di Cazzaro, che hanno risposto con un'altrettanta ponderosa nota spiegando nel dettaglio perché per loro è tutto in regola. Precisando che la Scia è stata individuata come strumento ideale dopo oltre un anno di consultazioni. I tecnici dell'Urbanistica hanno quindi analizzato i due dossier arrivando alla conclusione che il bene pubblico prevalente lo si raggiunge continuando i lavori e non bloccandoli.
IN TRIBUNALE
Il passo successivo è stato quindi il ricorso in Procura: l'immobiliare chiede ai magistrati di verificare se a Ca' Sugana è stato commesso un reato assimilabile all'abuso d'ufficio. I lavori intanto proseguono. La giunta ha affidato il caso all'avvocatura civica e sta valutando l'ipotesi di avvalersi anche del contributo di un ufficio legale esterno.
Paolo Calia
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