«Ca' da Noal perde pezzi»: è polemica

Venerdì 15 Marzo 2019
IL NODO
TREVISO Scontro su Ca' da Noal. A Santa Caterina ieri pomeriggio, nel corso della conferenza Cà da Noal: i depositi museali e la loro valorizzazione. Capolavori da (ri)scoprire, Aniello Sgambati, storico dell'Arte, con un breve video girato nel novembre del 2017, ha denunciato la situazione dei depositi museali di Casa da Noal: a terra, in alcune stanze aperte sul cortile interno, si vedevano pezzi lapidei, frammenti di sculture, teste, iscrizioni provenienti da edifici trevigiani, stemmi o elementi architettonici, mentre al piano superiore, le opere lignee, raccolte li forse per motivi di spazio. «Ora non è più così - ha subito sbottato il direttore dei Musei Emilio Lippi la situazione è superata». Ma le accuse sono precise.
L'ACCUSA
«Negli ultimi decenni c'è stato un disinteresse generalizzato nei confronti di Ca' da Noal e delle opere che vi sono conservate nonostante gli appelli accorati dei conservatori- ha aggiunto Sgambati - le opere lignee, in particolare, per decenni sono state abbandonate, chiuse nel palazzo senza alcuna doverosa attenzione, senza le prescrizioni minime per una corretta conservazione: non sono stati effettuati con regolarità trattamenti antitarlo e controlli microclimatici, negligenze che hanno certamente causato danni irreparabili, alcune sculture sono rovinate, altre hanno perso parte della decorazione policroma originaria e, dunque, sono dolorosamente compromesse». Sgambati, che ha avuto l'opportunità di svolgere una ricerca proprio sul materiale ligneo in deposito a Ca' da Noal in occasione di un master in Museologia, Museografia e gestione dei beni culturali, all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha appurato personalmente le condizioni. «Alcune opere custodite sono di notevole importanza storico-artistica come dimostrano i primi risultati della ricerca continua Sgambati - testimonianze che concorrono a definire l'identità stessa del museo e dunque permettono di conoscere l'unicità dell'istituzione museale anche in rapporto al proprio territorio. In alcuni casi la loro conservazione è irrimediabilmente compromessa e la responsabilità è in grossa parte da additare alla gestione politica degli ultimi decenni spesso focalizzata su interessi divergenti da quelli culturali».
IL RECUPERO
È in corso un progetto di recupero dei depositi museali, a dicembre parte del lapidario è stato spostato in un altro deposito, sempre provvisorio, ma ancora restano in attesa di destinazione adeguata luogo i frammenti dell'urbs picta: fregi , Madonne, putti, e affreschi di svariati soggetti staccati da palazzi e case. Un buon numero di affreschi staccati e collocati in appositi telai, hanno trovato ricovero nei depositi della Commenda a Santa Caterina, ma non quelli di grandi dimensioni e pesanti: alcuni di questi sono stacchi a massello, ossia pezzi di affresco con l'intonaco e un consistente spessore di muro. Al primo piano ci sono invece gli elementi lignei mobili, tante cornici e un centinaio di sculture a tutto tondo. Sembra che le intenzioni siano, secondo le disponibilità e le risorse, di svuotare Ca' da Noal e mettere tutto in sicurezza. Oggi, l'edificio di proprietà comunale, le cui porte sono state chiuse nel 1996 per essere adibito a deposito, accusa significativi problemi di varia natura: statici, architettonici e impiantistici e temporeggiare aggrava la situazione. Il suo potenziale è notevole, come ha ricordato Eugenio Manzato «possiede la più ricca e organica collezione di arti applicate del Veneto, conserva ceramiche, tessuti, mobili, ferri, armi bianche e da fuoco».
Chiara Voltarel
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