Busta all'antrace, Ca' Sugana blindata

Venerdì 5 Giugno 2020
Busta all'antrace, Ca' Sugana blindata
L'ALLARME
TREVISO Altra lettera sospetta arrivata all'ufficio protocollo di Ca' Sugana indirizzata al sindaco; altro allarme antrace, il secondo in un anno, con tutto il relativo corollario di conseguenze: arrivo in forze di Vigili del Fuoco, polizia, carabinieri e ambulanze, strade attorno al Comune chiuse, uffici evacuati e tutti gli impiegati in qualche modo venuti a contatto con la busta controllati dal personale specializzato del Suem.
LA SORPRESA
Tutto comincia quando le 10,30 sono passate da poco. Un'impiegata dell'ufficio protocollo prende la posta da smistare e seleziona le buste destinate al sindaco Mario Conte. Una attira subito l'attenzione: ha un peso strano e in controluce, all'interno, si vede come una polverina bianca. L'intestazione recita solo: Per il sindaco. L'impiegata sa benissimo cosa fare: dà subito l'allarme per un sospetto pericolo antrace. Non apre la busta. Nessuno commette l'errore fatto esattamente dodici mesi fa, quando invece una lettera analoga venne aperta e una parte della polverina si disperse tra tastiera del pc, scrivanie e la sfortunata impiegata che aveva il materiale in mano. In pochi minuti arrivano in via Municipio due mezzi dei Vigili del Fuoco e l'unità specializzata nel prevenire e contrastare eventuali contaminazioni. La zona attorno a Ca' Sugana viene isolata, il personale degli uffici interessati - quello protocollo e l'ufficio Spedizioni che materialmente riceve la posta - messo sotto osservazione: in tutto nove persone (quattro dell'ufficio protocollo, quattro messi comunali e un addetto dell'ufficio spedizioni). Nessuno viene portato in ospedale per accertamenti. Tutti sono visitati sul posto dagli specialisti del Suem.
IL MESSAGGIO
I vigili bardati con tute isolanti e respiratori, aprono la busta, controllano la polverina e tirano fuori un biglietto. Vergato a penna un semplice messaggio, Twin Towers, e una sigla formata da due lettere z incrociate. È la stessa firma della lettera, sempre con all'interno la misteriosa polverina bianca, recapitata lo scorso anno. È cambiato il messaggio però: nel giugno scorso era un inquietate The End. Gli investigatori della Digos sequestrano busta e biglietto su disposizione della Procura per effettuare tutti gli esami del caso: analisi della sostanza e impronte digitali. Al momento non viene esclusa la possibilità che la mano sia la stessa dell'altra volta: la scrittura sembra simile, ma dovrà essere fatta una perizia calligrafica. Gli accertamenti di un anno fa avevano però portato a escludere che quella contenuta nella busta fosse una sostanza pericolosa.
«NESSUN TIMORE»
«Questa, in realtà, è la terza lettera del genere - sottolinea il sindaco Conte - oltre a quella del giugno scorso, sempre con della polverina dentro, appena insediato me ne venne spedita una di sole minacce. Ma non sono preoccupato o spaventato. Piuttosto, sono dispiaciuto per il fastidio e la paura provocata ai nostri dipendenti». Il sindaco è stato avvisato dell'allarme mentre era in videoconferenza col prefetto. Anche lui ha dovuto uscire dal proprio ufficio e rispondere a qualche domanda fatta dagli investigatori. È rimasto sereno: «Chi è stato? Non ne ho proprio idea, ma mi fa pensare che potrebbe essere una persone che poi incontro per strada», risponde nell'atrio mentre i vigili del fuoco vestiti di bianco dalle testa ai piedi, protetti da maschere e respiratori, fanno avanti e indietro tra i mezzi e gli uffici. Qualcuno butta lì che l'anonimo mitomane possa essere una persona sottoposta a tso: ma sono supposizioni che lasciano il tempo che trovano. Conte dimostra di mantenere sangue freddo e buon umore: «Chi fa queste è un pazzo fanatico e fa perdere tempo al sistema. Se mi serve una scorta? Ovviamente no, non scherziamo. Sono tranquillo perché qui non sono mai stati calpestati i diritti di nessuno. Questi sono episodi isolati, che lasciano il tempo che trovano. Ho una grande serenità e nessuna paura. E una ragione in più per andare avanti sempre a testa alta».
Paolo Calia
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