Buchi e amministratori infedeli «Devono pagare anche i fornitori»

Mercoledì 24 Luglio 2019
IL CASO
TREVISO «La colpa è dei fornitori: non si possono aspettare mesi e mesi di bollette non pagate per intervenire, coprendo di fatto gli amministratori. Devono bloccare i servizi prima, facendo scoppiare il bubbone. Se no alla fine sono sempre gli inquilini a pagare». Maurizio Ceschin , presidente provinciale dell'Anaci, la più grande associazione di amministratori di condominio, si dice imbufalito per l'ennesimo caso scoppiato in città, quello della Nino Bixio Snc di Adriano Zacconi e soci: quaranta condomini amministrati, un buco che per ora si aggira attorno ai 300mila euro, e un numero sempre maggiore di denunce per appropriazione indebita nei confronti dell'amministratore ultrasettantenne, che finora non ha saputo dare spiegazioni plausibili su dove sia finita quella montagna di denaro. «Anche per noi è stato un fulmine a ciel sereno - afferma Ceschin -, ma un punto deve essere chiaro: sono passati i tempi degli amministratori nati sotto le scale e improvvisati. Oggi bisogna scegliere i professionisti e a Treviso ce ne sono tanti di seri: non è possibile che venga infangata tutta la categoria».
CAMPANELLI D'ALLARME
Il presidente provinciale dell'Anaci, ricordando anche il caso di Roberto Artuso, condannato a due anni dopo aver lasciato una voragine da 500mila euro e ora trasferitosi in Congo («Sono scappato per non morire di fame» ha detto a Il Gazzettino nell'intervista pubblicata ieri), punta il dito contro i fornitori, in particolare le grosse società che distribuiscono il gas. «Pur di tenersi i clienti di fatto coprono gli amministratori che sbagliano - afferma Ceschin -, tanto poi il cliente dovrà comunque pagare. Ma la colpa è anche loro: dovrebbero staccare tutto quando non vengono pagati e avere il fegato anche di perdere il cliente. Io proporrei addirittura che, in casi di amministratori infedeli, ci fosse una vera e propria trattativa: anchei fornitori dovrebbero essere penalizzati».
GUERRA AL RIBASSO
In città, inoltre, ci sarebbe in atto una vera e propria corsa per accaparrarsi le gestione degli immobili, per lo più in centro storico. «Ci sono amministratori, non iscritti alla nostra associazione, che fanno offerte a prezzo stracciato pur di prendersi la gestione di un palazzo - attacca Ceschin -. E i clienti non capiscono che non ci si può più affidare al buon padre di famiglia: servono dei professionisti, e i professionisti vanno pagati. Altrimenti giocando al ribasso si finisce per avere dei problemi, talvolta anche gravi».
I CONSIGLIERI
Ceschin chiama in causa anche i consiglieri scelti fra gli inquilini dei condomini, che dovrebbero anche controllare l'attività dell'amministratore. «Non possono dire di si a tutto e fidarsi, il loro ruolo è proprio quello di verificare che tutto sia a posto. E non gli si chiede molto. Ripeto: per vedere se un condominio sta bene o meno, basta fare un paio di verifiche sui conti e sulle bollette». Il presidente dell'Anaci, che in provincia di Treviso conta 110 associati, 23 dei quali nel solo centro storico, sottolinea che il problema nasce proprio dalla necessità di riconoscere l'amministratore di condominio come una figura professionale, e di affidarsi solo a chi ha i requisiti di trasparenza e competenza richiesti dalle normative. «Non c'è un vero ente di controllo che vada a guardare l'attività di ogni singolo amministratore - specifica Ceschin -, ma l'Anaci, ad esempio, comunica il proprio elenco di professionisti sia alla Provincia che al Tribunale, dove siamo tutti registrati e dove chiunque può controllare certificazioni e competenze. Ma ci sono anche altre associazioni simili alla nostra. Zacconi? Come altri non era registrato da nessuna parte».
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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