Branko accusato anche di 3 tentati omicidi

Venerdì 29 Ottobre 2021
Branko accusato anche di 3 tentati omicidi
IL DELITTO
TREVISO Sparò e uccise lo zio, Domenico Joco Durdevic, capo clan sinti. Adesso il nipote Branko Durdevic, 37 anni, è accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione. Ma anche del tentato omicidio di Giampiero Petricciuolo, cognato della vittima, e Vera Olah e Samantha Durdevic, presenti alla sparatoria che l'8 febbraio scorso aveva insanguinato Borgo Capriolo. La Procura di Treviso ha chiuso le indagini sull'omicidio del 52enne, morto all'ospedale dopo cinque settimane di agonia. Secondo il sostituto procuratore Gabriella Cama, che ha depositato l'atto di chiusura delle indagini nei giorni scorsi, il 37enne ha agito con l'intenzione di uccidere. A Branko, recluso nel carcere di Treviso viene contestata anche la detenzione illegale della Glock calibro 9x21 usata per compiere il delitto, una pistola da professionisti e la ricettazione di un'arma clandestina, con il numero di matricola abraso.
LA VICENDA
Erano circa le 14.50 dell'8 febbraio scorso quando Branko esplose quei due colpi di pistola contro lo zio che era andato a casa sua per protestare contro l'ex nuora che non voleva fargli vedere la nipotina. La lite tra i due uomini nasconderebbe antiche ruggini, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe legata alla gelosia e a quella bimba contesa di 5 anni, l'ultima delle tre figlie dell'ex moglie di Riccardo Durdevic, figlio di Joco, da un anno in carcere, e ora compagna del cugino Branko. Joco, con il quale vivevano le altre due ragazze, reclamava di poter vedere anche la più piccola delle nipotine, che invece abita con la madre. Uno dei proiettili esplosi aveva centrato il 52enne alla nuca. L'autopsia non ha restituito il bossolo: nel cranio non c'erano proiettili ma un pezzo di osso entrato nel tessuto cerebrale, visibile attraverso la Tac.
LA DIFESA
Branko, in sede di interrogatorio ha detto che non voleva uccidere lo zio: il proiettile lo avrebbe colpito di rimbalzo. Lui quei colpi li avrebbe sparati per avvertimento, sentendosi minacciato. Il suo legale, l'avvocata Alessandra Nava, confida di riqualificare i reati contestati, ribadendo che Branko non ha agito con l'intenzione di uccidere né ha premeditato l'assassinio.
Mep
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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