Bon Bozzolla ai raggi X «Oggi ancora tamponi»

Lunedì 13 Luglio 2020
IL FOCOLAIO
TREVISO Nuovo round di tamponi al Bon Bozzolla. È il secondo da quando è emerso il focolaio epidemico all'interno della casa di riposo di Farra di Soligo con dieci positività, otto tra gli ospiti e due tra gli operatori. Nove sono risultati asintomatici ma il decimo, compagno di stanza del primo positivo, è ricoverato nel reparto di malattie infettive all'ospedale Ca' Foncello di Treviso.
Ieri mattina sono state sottoposte a test altre 86 persone tra familiari degli ospiti, fornitori e alcuni operatori che non erano stati testati ieri. Processati nel primo pomeriggio, tutti i test sono risultati negativi. Questi tamponi arrivano dopo i 208 effettuati tra venerdì e sabato che avevano fatto emergere le positività. Trecento tamponi, dunque, in due giorni. E stamattina si ricomincia. Obiettivo: individuare da dove è partito il contagio. E capire, quindi, chi ha portato il virus nella casa di riposo Covid free anche nei periodi più bui della pandemia.
IL PRIMO POSITIVO
L'ospite che proveniva dalla casa di riposo Villa Tomasi di Spresiano, risultato positivo al tampone precauzionale (fatto a fine quarantena, in quanto proveniva da altra struttura) è stato individuato con rapidità seguendo i protocolli di sicurezza. Gli ospiti, asintomatici, si trovano ora nel nucleo Covid del Bon Bozzolla e saranno seguiti da personale dedicato che non avrà altri contatti con il resto dell'Istituto, mentre i due dipendenti, anch'essi asintomatici, sono in isolamento domiciliare e così i propri famigliari. «È un virus subdolo che richiede la massima attenzione. Non possiamo abbassare la guardia - esordisce il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi - ringrazio il dottor Franco Moretto capo della Task force dell'Usl che non conosce sabato e domenica e ha effettuato tutti i tamponi. Domani mattina, inoltre, l'infettivologo del Ca' Foncello, il dottor Giobbia, andrà personalmente in casa di riposo a Farra per valutare i sei anziani positivi. Vogliamo la massima sicurezza e il protocollo regionale applicato è minuzioso. I percorsi sono precisi e servono a ridurre rischi e contagi». E aggiunge: «Non sappiamo com'è partito il virus, ecco perchè l'allerta deve essere massima e ciascuno di noi deve fare la sua parte».
LA SORPRESA
Assolutamente sorpreso il presidente del Bon Bozzolla Giuseppe Bubola: «E' stato un fulmine a ciel sereno. Per cinque mesi la nostra struttura non ha registrato casi di contagi e pensavamo che la strada fosse, adesso, finalmente in discesa. Non abbiamo mai abbassato la guardia e non mi aspettavo proprio questa sorpresa negativa. Mi auguro che la cosa sia circoscritta. Questa mattina chiuderemo il cerchio eseguendo i tamponi ai dipendenti che erano assenti». E aggiunge: «Anche per questa esperienza, non posso che invitare i colleghi delle altre case di riposo a tenere sempre l'attenzione molto alta. In queste ore abbiamo proceduto alla sanificazione della struttura. Nei prossimi giorni proseguiremo a monitorare la situazione in accordo con l'Usl 2». Il sindaco Mattia Perencin non ha dormito sonni tranquilli. Lo ammette lui stesso: «Il Bon Bozzolla e l'istituto Botteselle, le nostre due case di riposo, non avevano registrato positività al covid. Non nascondo che dopo quest'ultima notizia c'è un po' di apprensione. Stamani ci sarà un nuovo giro di tamponi per ricostruire i contatti del primo paziente positivo. Ho chiesto anche ai concittadini di darci una mano e di segnalarci tutto quello che sanno». Perencin è in contatto telefonico tanto con il presidente della Regione Zaia quanto con il dg dell'Usl Benazzi. «Mi hanno rassicurato ma è chiaro il virus non è sparito. È ancora in mezzo a noi».
«Le linee guida della Regione sulle riaperture non scongiurano l'ingresso dei contagi nelle strutture per anziani, esponendo al rischio ospiti e lavoratori. Questo caso di contagio, verificato proprio a ridosso dei primi tentativi di effettuare nuovi ingressi di ospiti e di apertura alle visite dei familiari, suona come un campanello d'allarme per tutte le case di riposo del territorio» conclude Marta Casarin della segretaria generale Fp Cgil di Treviso. «La Regione dovrebbe rivedere le direttive fornite alle strutture per anziani in un verso tanto più restrittivo quanto preventivo - conclude Casarin -, e dall'altra è fondamentale che le case di riposo, anche se sotto la pressione dei familiari, rallentino visite e nuovi ingressi».
Valeria Lipparini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci