Blocco alla reti informatiche 5 ore di stop nelle farmacie

Mercoledì 20 Gennaio 2021
Blocco alla reti informatiche 5 ore di stop nelle farmacie
I DISAGI
TREVISO Un'intera mattina senza poter consegnare i farmaci prescritti dai medici e senza poter registrare gli esiti dei tamponi rapidi per il coronavirus. Quella di ieri è stata un'autentica giornata di passione per le farmacie trevigiane. Il sistema informatico del servizio sanitario è andato in tilt. È rimasto inutilizzabile per oltre cinque ore: dalle 8 fino a poco prima delle 14. L'effetto è stato pesantissimo. Le farmacie non hanno più avuto accesso alle ricette elettroniche, quelle dematerializzate. Le rete non dava segni di vita. E così si è completamente bloccata la consegna dei medicinali legati alla prescrizione. Ai farmacisti non è rimasto altro da fare se non mandare indietro i clienti, invitandoli a tornare più tardi.
I PRECEDENTI
Va detto che non è la prima volta che il sistema informatico si ferma. Generalmente, però, tornava operativo dopo poco tempo. Stavolta, invece, è rimasto fuori uso per mezza giornata. Ne ha risentito anche il servizio dei tamponi rapidi per il coronavirus. Le farmacie che hanno aderito all'accordo sottoscritto con la Regione hanno tre ore di tempo dal momento dell'esecuzione del test per inserire l'esito nella banca dati regionale, in modo da consentire il tracciamento. «Il disservizio sulla rete ha portato a grandissimi disagi mette in chiaro Livio Patelli, consigliere nazionale di FarmacieUnite e titolare della farmacia con sede nella piazza del Quartiere Latino di Treviso eroghiamo sempre più servizi. La rete del sistema sanitario, però, deve essere adeguata, altrimenti si è ogni volta punto e a capo. Non si possono organizzare sempre più servizi nelle farmacie se poi vengono a mancare le infrastrutture che li sostengono».
LE LAMENTELE
L'aspetto più impegnativo è stato spiegare a ogni cliente che la consegna dei farmaci era inevitabilmente sospesa. «Una cosa fastidiosa conferma Patelli bisogna ogni volta trovare le parole giuste. Anche perché la relazione è diretta: i clienti si relazionano direttamente con le farmacie, non con altri soggetti. Nella maggior parte dei casi fortunatamente troviamo comprensione. Ma è evidente a tutti che non è possibile continuare così». A proposito di tamponi rapidi, fino ad ora le farmacie trevigiane aderenti all'accordo regionale ne hanno eseguiti 1.869. Evidenziando 101 positività. Il costo è fissato a 26 euro. In caso di esito positivo, le persone vengono indirizzate urgentemente al loro medico di famiglia, che deciderà sull'invio ai Covid Point allestiti dall'Usl della Marca per il tampone di conferma processato in biologia molecolare. Proprio su questo punto negli ultimi giorni è nata una polemica tra i medici di famiglia e i farmacisti. «I tamponi Covid eseguiti in strutture private o nelle farmacie necessitano sempre di un referto, positivo o negativo, firmato da un medico sottolineano dalla Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia guidata da Brunello Gorini il referto deve riportare: le generalità del paziente, data e luogo dell'esecuzione, il numero di protocollo, le generalità del medico refertante con numero di iscrizione all'Ordine, indirizzo e telefono, timbro e firma del medico refertante, olografa o digitale. Senza questi dati, non ha valore legale. Per FarmacieUnite, però, le cose non stanno così. «Abbiamo sottoscritto un protocollo della Regione Veneto è la replica di Franco Gariboldi Muschietti, presidente del sindacato trevigiano questo prevede la tracciabilità del referto tramite la piattaforma messa a disposizione dalla Regione solamente alle farmacie che hanno aderito volontariamente al progetto. E nel protocollo non c'è scritto quanto affermato dalla Fimmg». (m.fav)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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