Bloccato in Argentina da 3 mesi: «Un inferno»

Venerdì 29 Maggio 2020
L'ODISSEA
VOLPAGO Da quasi tre mesi cerca inutilmente di rientrare dall'Argentina assieme alla fidanzata. Il volpaghese Alberto Silvestrini, figlio dell'ex assessore Guerrino, è bloccato in Sudamerica a causa del coronavirus. Nonostante i continui contatti con il Consolato non è ancora riuscito a trovare un aereo che lo riportasse in patria insieme alla fidanzata. A marzo, in camper, era arrivato in un villaggio in provincia di Santa Cruz ,verso la Patagonia. Ma era malvisto in quanto straniero portatore di Covid. I residenti gli urlavano dietro tornatevene a casa vostra. Ci infettate. A quel punto, davvero impaurito e preoccupato per la sua stessa vita, si rivolge alla polizia e contemporaneamente contatta gli amici arrampicatori, conosciuti durante il viaggio in Sudamerica, che invitano lui e la sua fidanzata a raggiungerli in quanto gestiscono un camping nei boschi di Epujen. Ma è ancora lì e in Argentina sta arrivando il freddo vero. «Io e Katie viviamo in un camper senza riscaldamento. Questo viaggio che doveva essere un sogno è diventato un incubo». Inoltre, i contagi in America latina vanno aumentando in modo preoccupante. «Non sono per nulla tranquillo. Temo per la salute mia e della mia ragazza. Spero che il Consolato ci faccia tornare al più presto in Italia».
Il viaggio in Sudamerica era stato deciso insieme a Katie, morosa di origine gallese, per staccare da Londra, dove hanno vissuto e lavorato fino allo scorso anno. Mai però avrebbero immaginato di doversi imbattere in ogni serie di inconvenienti, ingigantiti tra l'altro dalla pandemia planetaria che ha colpito un po' ovunque.
IL SOGNO DIVENTATO INCUBO
Una vera odissea, che non è ancora terminata. Tutto nasce a fine estate, quando Alberto e la fidanzata, un impiego nel settore dell'automazione teatrale lui, mentre lei è a capo di uno studio di architettura, decidono di fermarsi dopo quasi un decennio di soggiorno nella capitale del Regno Unito, e di esplorare un altro continente. Patiti delle arrampicate in montagna, i due scelgono il Sudamerica. Il Cile innanzi tutto. Acquistano un camper ma si trovano nel bel mezzo di una serie di proteste popolari. Quindi, Katie viene raggiunta dalla notizia della grave malattia della madre. I due prendono il primo volo e rientrano in Galles, ma dopo qualche mese trascorso al capezzale, compiono il viaggio inverso tornando a Santiago.
L'ARRIVO IN SUDAMERICA
Finalmente l'arrivo in Argentina. Dove possono dare sfogo alla loro idea di viaggio, condita dalle agognate arrampicate. Non vengono a conoscenza dell'esplosione della pandemia. Finchè, ad un posto di blocco, vengono informati della situazione e dell'impossibilità di proseguire. «Non è possibile muoversi e capiamo anche che i turisti europei non sono graditi, per le strade ci urlano di tornare a casa nostra spiega Alberto la situazione è pesante, d'accordo con la polizia ci spostiamo in un posto isolato, presso alcuni arrampicatori conosciuti in precedenza. Ma siamo bloccati». Poi arriva anche la terribile notizia della morte della mamma di Katie, che non può nemmeno tornare in Galles per l'ultimo saluto. Da due mesi lei ed Alberto sono fermi in Argentina, in perenne contatto con il Consolato italiano. Ma la vicenda non pare sia vicina alla risoluzione. «Qui fa freddo e si sta avvicinando l'inverno, viviamo nel nostro camper privo di riscaldamento conclude Alberto Silvestrini io potrei fare rientro a casa, ma dovrei lasciare qui Katie. Il nostro progetto è però quello di continuare a vivere assieme in Italia. Spero che il lavoro delle autorità ci possa togliere presto da questa complicata situazione».
Giulio Mondin
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