Assindustria: «Serve una moratoria sui prestiti»

Venerdì 16 Aprile 2021
(zan) A fine giugno termineranno sia le moratorie sui prestiti, che hanno congelato quasi metà dell'ammontare erogato dalle banche alle imprese (oltre 350 miliardi sui 750 complessivi a fine 2020 a livello nazionale), sia le misure straordinarie legate soprattutto alle garanzie pubbliche, che hanno favorito la concessione di finanziamenti per oltre 190 miliardi di euro. Insomma per le aziende anche della Marca e del Veneto, si prospetta un brusco ritorno alla normalità delle regole ordinarie sul fronte credito. Ancor più brusco, perché, con ogni probabilità, non coinciderà la completa uscita della pandemia: migliaia di ditte, secondo Assindustria Venetocentro, rischiano di finire in difficoltà sul fronte della liquidità. Per questo l'associazione degli industriali di Padova e Treviso rilancia l'appello al Governo e alle istituzioni europee per una exit strategy graduale. L'organizzazione chiede, in particolare, di prorogare le moratorie oltre il 30 giugno, riattivando la flessibilità regolamentare riconosciuta dall'Autorità bancaria europea agli istituti di credito all'inizio della crisi economica. Inoltre sollecita ad estendere da 6 a 10 anni la durata dei finanziamenti già concessi con il supporto delle garanzie pubbliche. L'obiettivo è di consentire alle imprese di diluire l'impegno finanziario su un arco di tempo più lungo, come ha ricordato Marco Stevanato, vicepresidente di Assindustria, nel corso di una serie di incontri promossi con cinque banche. L'ultimo appuntamento (online), è in programma oggi e sarà dedicato a un confronto con Monte dei Paschi di Siena. A riprova dell'interesse del tema tra le imprese nostrane, a fine ciclo si prevede di superare i 700 partecipanti. «Il prolungarsi della crisi sanitaria -dichiara Stevanato- continua a incidere negativamente sulle attività di impresa. È quindi ancora fondamentale sostenerle, evitando che perdano stabilità economico-finanziaria e competitività: occorre creare i presupposti sulla base dei quali le imprese, una volta terminata l'emergenza sanitaria, abbiano le capacità, anche finanziarie, per rilanciare rapidamente la produzione e continuare ad investire».
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