Asparago Igp, il marchio si allarga

Lunedì 26 Agosto 2019
Asparago Igp, il marchio si allarga
AGRICOLTURA
MORGANO La Regione ha detto di sì. L'okay del ministero dell'Agricoltura sarà automatico. E poi mancherà solo quello dell'Unione Europea, che su questo generalmente non si mette di traverso. C'è un tesoro gastronomico trevigiano che continua a crescere. La domanda di asparago di Badoere Igp supera l'offerta. E ora il marchio di indicazione geografica protetta, certificato di qualità riconosciuto a livello internazionale, si sta per ampliare. Non ci saranno più limiti alle varietà dei germogli di primavera coltivabili nel territorio di riferimento. E si potranno vendere pure confezioni miste, con i bianchi e i verdi assieme. Ma soprattutto verrà introdotto il nuovo tipo Rustico. Anche l'asparago cosiddetto di seconda, termine che in realtà non rende giustizia alla sua bontà, potrà infatti fregiarsi del marchio Igp. Sarà la prima volta. L'asparago in questione è il più comune e diffuso, soprattutto nella ristorazione, e al suo fratello immacolato invidia solo la forma, che però nel piatto cede il passo alla sostanza. Questo aprirà nuovi mercati facendo lievitare produzione e volume economico dei germogli di Badoere, che già oggi toccano quota 800 quintali all'anno per un giro d'affari complessivo pari a mezzo milione di euro. Per arrivare a tutto ciò deve essere cambiato il disciplinare che definisce l'assegnazione del marchio di indicazione geografica protetta. Il consorzio dell'asparago di Badoere Igp, che nel 2020 festeggerà i primi dieci anni di vita, ci sta lavorando da tempo. Le proposte di modifica sono state presentate in modo formale. La Regione Veneto ha già detto di sì. E lo stesso ha fatto il ministero dell'Agricoltura.
LA PROCEDURA
Ma non è finita qui. Adesso c'è un passaggio obbligatorio: l'audizione pubblica. Il 12 settembre le modifiche verranno illustrate nel corso dell'incontro aperto a tutti, con la partecipazione di due funzionari del ministero, che si terrà alle 17 nell'ex chiesetta della storica Rotonda di Badoere. Da quel momento ci saranno trenta giorni di tempo per presentare osservazioni. Se non ne arriveranno, l'okay del ministero dell'Agricoltura scatterà automaticamente. Poi la palla passerà all'Unione Europea. Toccherà a Bruxelles dare il via libera definitivo al nuovo asparago di Badoere Igp. «In questo modo daremo un valore aggiunto alle aziende produttrici spiega Aronne Basso, presidente del consorzio non nascondiamo l'obiettivo di avere nuovi produttori in grado di certificare gli asparagi, rispettando l'ambiente e allo stesso tempo aumentando la quantità di prodotto Igp per rispondere alla crescente domanda dei consumatori».
IN ESPANSIONE
Oggi il consorzio conta 50 soci e 25 produttori. E dopo la Coop, l'asparago sta per sbarcare anche sugli scaffali dei supermercati Unes del gruppo Finiper, quello dell'Iper, per intenderci, che conta quasi 180 punti vendita in particolare tra Lombardia e Piemonte. Ma non basta. Attualmente il marchio Igp è contemplato solo per alcune specifiche varietà di asparago. L'indicazione geografica protetta, però, identifica il territorio della coltivazione. Ecco perché il consorzio punta ad allargare le maglie in modo da dare ai produttori la possibilità di scegliere quali varietà coltivare, compresi i nuovi ibridi. Nel mondo ci sono oltre 300 tipi diversi di asparago. Una quindicina sono particolarmente adatti al territorio protetto dei 15 comuni, che non verrà modificato: Badoere e Morgano, Treviso, Casale, Casier, Istrana, Mogliano, Paese, Preganziol, Quinto, Resana, Vedelago, Zero Branco, Scorzè (Venezia), Piombino Dese e Trebaseleghe (Padova). L'aumento delle varietà coltivabili di asparagi bianchi e verdi permetterà di aumentare la produzione per ogni singolo ettaro e di ridurre i trattamenti. «Quella dell'asparago è una coltura in crescita, richiesta dal mercato e per la quale ci sono ampi margini di incremento conclude Basso proprio per dare una risposta alla sempre maggiore richiesta di prodotto certificato, i soci del consorzio hanno intrapreso un percorso di modifica del disciplinare che, pur rimanendo rigoroso e rispettoso della tradizione, sarà al contempo evolutivo ed innovativo».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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