Anziana depressa e positiva al Covid gira per il paese. I figli: «È un pericolo»

Giovedì 13 Agosto 2020
Anziana depressa e positiva al Covid gira per il paese. I figli: «È un pericolo»
IL RISCHIO
PAESE «Non si rende conto di quello che fa, rischia di contagiare tutti quelli che incontra». È il grido d'aiuto che lancia un uomo di Paese. Sua madre è depressa e abusa di antidepressivi. Non da ultimo, è positiva al coronavirus. «Tutto è cominciato con la morte di mio padre un anno fa racconta . Mia madre è caduta in depressione e, con i miei due fratelli, abbiamo deciso di farla aiutare da un medico. È stata ricoverata due mesi e mezzo in una clinica specializzata di Teolo, nel Padovano, dove hanno fatto un gran lavoro. Era tornata la persona di un tempo». Poi si è abbattuto il Covid e la donna è rimasta chiusa in casa a lungo da sola. E tutto ciò che i medici erano riusciti a farle dimenticare è tornato a galla. Ha ripreso ad assumere farmaci, chiamava decine di volte al giorno i figli che cercavano, facendo i turni, di sostenerla e impedirle di farsi del male. Ma la situazione è degenerata e non era più gestibile. «Siamo tornati a Teolo e prima di ricoverarla le è stato fatto il tampone continua il figlio . E qui abbiamo avuto la terribile notizia: nostra mamma era positiva asintomatica. Un disastro, non ci voleva. Non hanno potuto tenerla nella struttura e così l'abbiamo riportata a casa».
IL CALVARIO
Da qui è iniziato un altro calvario perché anche i tre figli, dal momento che erano stati a contatto con la madre, hanno dovuto chiudersi in casa per la quarantena. «È giustissimo, non discuto. Bisogna ridurre i contagi in questo momento, non certo crearne altri. Ma chi assiste nostra madre? si chiede l'uomo . È una disperazione. Non possiamo più nemmeno portarle le pastiglie come facevamo prima e sono sicuro che ha ricominciato ad abusarne. La sento dalla voce quando mi chiama, è strascicata, quasi fosse mezza addormentata». Ma il pericolo c'è anche per chi le sta intorno. I tre figli hanno avvisato tutti i vicini di casa, a Paese dove risiede l'anziana, di non avvicinarsi a lei per via del virus: lei esce, va in farmacia a prendere le medicine e quando le dicono che senza ricetta non le possono vendere comincia ad alterarsi. Oppure, se i figli non rispondono subito al telefono, scende le scale e ferma il primo passante per chiedere di aiutarla a comporre i numeri sul cellulare. Passante ignaro del fatto che sta parlando con una persona positiva al coronavirus, e quindi in pericolo di essere contagiato.
NESSUNA ASSISTENZA
«L'assistente sociale dice che possiamo contare sulla protezione civile che porta la spesa a casa continua l'uomo, esausto . Ma mia madre ha bisogno di assistenza, è un pericolo per se stessa e per gli altri. Ho chiamato persino il 118 e il 113 ma mi hanno detto che non possono fare niente per aiutarci». Un barlume di luce sembra arrivare dal medico di base che ha attivato l'Unità speciale di continuità assistenziale territoriale (Uscat): l'anziana è stata prelevata da un'ambulanza in tarda serata e ricoverata al Ca' Foncello di Treviso. «Se positiva dovrebbero tenerla e speriamo che sia finita. Ha bisogno di aiuto» ribadisce il figlio.
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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