Antinfluenzale, 210mila dosi i Comuni offrono gli spazi

Venerdì 18 Settembre 2020
Antinfluenzale, 210mila dosi i Comuni offrono gli spazi
LA CAMPAGNA
TREVISO Quasi 210mila dosi di vaccino contro l'influenza stagionale. Tante ne ha ordinate l'Usl della Marca per la prossima, la prima, maxi campagna antinfluenzale nell'era del coronavirus. La dotazione è stata aumentata del 50% in un colpo solo. Cambieranno anche le modalità. I vaccini non verranno più fatti negli ambulatori dei medici di famiglia. L'azienda sanitaria ha chiesto ai Comuni di mettere a disposizione strutture esterne. I sindaci hanno risposto inviando un elenco con 70 possibili sedi. Si va dalle palestre alle sale polivalenti. Oggi si sceglierà quali utilizzare. «Abbiamo risposto subito alla richieste arrivata dall'azienda sanitaria sottolinea Paola Roma, presidente della conferenza dei sindaci dell'Usl serve la massima collaborazione. E i Comuni ci sono». L'obiettivo è evitare un affollamento degli ambulatori per non far salire il rischio di contagi da coronavirus in luoghi a rischio. E, di pari passo, offrire un servizio il più capillare possibile.
IL PIANO
«Il vaccino contro l'influenza è fondamentale per rendere più semplice l'individuazione di eventuali infezioni da coronavirus sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca puntiamo a vaccinare il 75% delle persone a rischio. E insisteremo in modo particolare anche con tutti gli operatori della sanità». Per loro non sarà obbligatorio, ma quasi. Ma bisognerà impegnarsi, dato che tra i reparti e gli ambulatori la copertura dell'antinfluenzale non ha praticamente mai superato il 30%. A livello generale saranno oltre 200mila i trevigiani chiamati a immunizzarsi contro l'influenza stagionale. Il primo obiettivo è vaccinarne almeno 150mila. Cioè il 75 per cento. Significa un quarto in più dei numeri registrati negli ultimi anni. La copertura contro l'influenza è raccomandata agli over 60 e a chi è costretto a convivere con altre patologie. Ma in tempi di coronavirus viene consigliata a tutti, compresi i bambini dai 6 mesi in su. «Il vaccino contro l'influenza dovrebbe essere fatto a tutti i bambini. In particolare a quelli tra i 6 mesi e i 6 anni ha sottolineato Gianfranco Battaglini, presidente della federazione dei medici pediatri di Treviso è l'unico modo per escludere in partenza una malattia che fa sviluppare sintomi molto simili a quelli dell'infezione da coronavirus».
I DESTINATARI
Non solo: i vaccini serviranno anche per ridurre i casi gravi di influenza, le complicazioni e, alla fine, gli accessi ai pronto soccorso e i ricoveri negli ospedali. L'anno scorso si era arrivati a contare 40 ricoveri al giorno. Nei reparti erano stati allestiti dei letti bis per riuscire a rispondere a tutti. Si tratta di uno scenario che non si può nemmeno più immaginare. Uno studio condotto dalla stessa Usl ha stimato che il vaccino contro l'influenza consenta di evitare 200 decessi correlati a patologie cardiorespiratorie e oltre 400 ricoveri all'anno solamente nel trevigiano. Si parte da questi numeri. La speranza ora è che si riesca a reperire vaccini per tutti. Le aziende sanitarie non hanno problemi. Il rischio, però, è che le farmacie si ritrovino sguarnite. Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite, ha sottolineato che se la situazione non verrà sbloccata si rischierà di vedere arrivare in ogni farmacia appena 13 vaccini antinfluenzali. Proprio per risolvere questo nodo, assieme a quello riguardante lo scarico dei referti, l'Usl ha convocato un incontro tra le parti per il 21 settembre. Al tavolo si siederanno i vertici dell'azienda sanitaria assieme allo stesso Gariboldi Muschietti e a Nicola Marson, presidente di Federfarma. (m.fav)
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