Antenne, Ca' Sugana a rischio denuncia

Mercoledì 20 Marzo 2019
IL CASO
TREVISO A Ca' Sugana si mantengono prudenti, ma la questione antenne si sta facendo sempre più intricata. Il gestore Iliad, che ha ottenuto dalla precedente amministrazione il via libera all'installazione della sua rete in città in vista dell'arrivo della tecnologia 5g, non è così ben disposto a rivedere numero di antenne da collocare (34, di cui 10 su tralicci di altri gestori, 2 su campanili e 22 su tralicci di nuova installazione) e soprattutto le loro posizioni. E ha già fatto arrivare qualche segnale che non fa presagire niente di buono: la possibilità che il braccio di ferro avviato con l'amministrazione Conte sfoci in un contenzioso legale sono sempre più alte.
IL NODO
«La possibilità di un contenzioso è reale, impossibile nasconderlo - ammette Alessandro Manera, assessore all'Ambiente che sta seguendo di persona la vicenda - ma stiamo lavorando per trovare un accordo anche se i margini lasciati dal piano antenne ereditato dalla precedente amministrazione, non sono molti». La giunta Conte contesta, anche in modo vivace, la collocazione decisa per i 22 tralicci dei ripetitori targati Iliad. Un documento firmato dalla giunta Manildo dà l'ok alla loro collocazione, ma rimanda l'approvazione finale a un'ulteriore verifica che non c'è mai stata perché la giunta cadde dopo le elezioni del giugno scorso. Ma quel primo ok, a quanto pare, è già estremamente vincolante perché Iliad ha presentato un programma completo con la mappa di dove intende collocare i tralicci. E all'attuale giunta la cosa non va bene.
LA STRATEGIA
«I margini non sono molti - continua Manera - ma noi stiamo lavorando per mettere alternative valide sul piatto. Ci stiamo consultando con società del settore per valutare la possibilità di utilizzare in vista del 5g tecnologie alternative, meno impattanti dal punto di vista visivo. Oppure potrebbe utilizzare parte della banda di altri operatori. Infine c'è una terza proposta: dirottare le antenne sui campanili, ovviamente dopo aver parlato con la Diocesi e le parrocchie». Si tratta comunque di proposte che l'operatore, se non le dovesse ritenere economicamente sufficienti, potrebbe anche rifiutare. L'obiettivo di Manera è invece quello di non fare alzare Iliad dal tavolo della trattativa: «Per quanto ci riguarda la soluzione ideale è un mix di tutte e tre le nostre proposte - sottolinea - la nostra fortuna è che Iliad è una società importante, con cui si può parlare e ragionare. Non abbiamo i mezzi per poter imporre una decisione, anche se il regolamento comunale è piuttosto preciso. Ma qui la questione è diversa considerato il piano che abbiamo ereditato che non lascia molti spazi di manovra». E sullo sfondo c'è sempre l'incubo che tutto finisca con una causa: «Se si dovesse arrivare a un contenzioso? Chiederemo un parere legale per capire che possibilità ci sono, ma non andremo di certo a sprecare soldi dei cittadini».
Paolo Calia
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