Alternanza scuola lavoro «Studenti impreparati»

Sabato 15 Dicembre 2018
IL CONVEGNO
TREVISO «Stiamo tirando su un esercito di somari. La colpa è prima di tutto delle famiglie, che non insegnano più il valore del sacrificio, e poi della scuola, che non prepara più a nulla». Nisio Lenzini, titolare dell'azienda di revisione motori in strada Ovest, ex presidente del Treviso Calcio, non le manda a dire. Ieri ha partecipato al convegno sull'alternanza scuola-lavoro organizzato all'Engim Turazza. E la sua linea resta identica a quella che un anno fa l'ha portato a scrivere alle scuole chiedendo di non inviare più stagisti nella sua impresa. «La Camera di Commercio porta avanti l'alternanza scuola-lavoro dicendo che a livello formativo il 50% lo deve fare la scuola e l'altro 50% le aziende. Sono più che d'accordo. Il punto è che i ragazzi che arrivano sono al 5% mette in chiaro io non posso sostituirmi alla scuola, a spese mie. Con il sistema duale, poi, deve anche esserci una paga. Ma l'85% dei giovani non sa nemmeno leggere un calibro. Per non parlare della terminologia tecnica. Zero assoluto. Io non voglio persone già pronte. Ma se si è in quinta si deve sapere almeno qualcosina. Altrimenti esce un esercito di somari».
Nella tavola rotonda si è fatto il punto proprio sull'opportunità di pagare i ragazzi che fanno esperienza nelle aziende mentre studiano. «Non si può appiattire tutto su un piano economico dice don Fabio Longoni, già direttore della commissione pastorale sociale del lavoro della Cei quello che si porta a casa è anche e soprattutto un riconoscimento».
Per le associazioni di categoria le 400 ore di alternanza scuola-lavoro sono semplicemente fondamentali. Tutti si augurano che non vengano sforbiciate. «Collegare sempre di più scuole e imprese è l'unico modo per riprendere un po' la cultura del lavoro evidenzia Vendemiano Sartor, presidente della Confartigianato serve anche ai ragazzi per capire se nel concreto il lavoro corrisponde alle proprie prospettive. Si capisce qual è la propria strada». Con buona pace delle associazioni degli studenti che lamentano situazioni di alternanza al limite dello sfruttamento. «Quelle sono strumentalizzazioni risponde Sartor non è un male che la gente veda sia gli aspetti positivi che quelli negativi di un lavoro. Se uno fa il perito agrario e lo mettono a spalare letame è una cosa che fa parte del suo mestiere. Non è uno scandalo. Purché non faccia sempre e solo quello. Così si capisce che non si è sempre in una campana di vetro». Anche per gli industriali l'alternanza non si discute. «Ci auguriamo che le 400 ore non vengano decurtate, come proposto da qualcuno è la speranza di Antonella Candiotto, vicepresidente di Assindustria Venetocentro è normale che all'inizio possano sorgere dei problemi tra le scuole e le imprese. Ma dobbiamo lavorare per un cambio culturale». Il convegno al Turazza è stato poi chiuso da Antonio Teodoro Lucente, presidente Engim nazionale. «Le esperienze lavorative sono nel nostro Dna da sempre tira le fila rappresentiamo un'infrastruttura abilitante per affrontare questo periodo storico di cambiamento a tempo indeterminato».
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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