Aggredito a bastonate e soffocato col cuscino

Sabato 20 Luglio 2019
IL CASO
VITTORIO VENETO Colpito a bastonate sulle braccia e sulla nuca, fino a sfondargli la calotta cranica, e poi soffocato con un cuscino. Un omicidio tra le mura domestiche, sul cui movente non è ancora stata fatta chiarezza, quello consumato giovedì notte a Vittorio Veneto dove Paolo Vaj, 57enne di origini milanesi, è stato ucciso dalla compagna Patrizia Armellin, 52 anni, e da un'amica di quest'ultima, Angelica Cormaci, 24enne di origini siciliane da qualche mese ospitata nell'abitazione della coppia in via Cal dei Romani, a pochi passi dal centro di Serravalle. L'uomo è stato ritrovato a letto privo di vita in una stanza al primo piano dell'appartamento alle 2.20 di giovedì notte quando le due donne hanno allertato i carabinieri e il 118: aveva i segni dei colpi inferti sul collo, sulla testa e su un braccio, con il quale avrebbe cercato di proteggersi. «C'è stata una lite, un uomo è morto» hanno riferito ai militari dell'Arma e ai medici del Suem che le hanno inizialmente trasferite in ospedale a Montebelluna per medicare alcune escoriazioni. Nei confronti delle due donne, che non hanno potuto fare nulla per negare le loro responsabilità, dopo un lungo interrogatorio in caserma a Vittorio Veneto è scattato l'arresto: sono entrambe accusate di omicidio volontario in concorso e ora si trovano in carcere alla Giudecca.
CONVIVENZA ANOMALA
Paolo Vaj e Patrizia Armellin si erano conosciuti circa 10 anni su Facebook. Avevano vissuto assieme a Milano, dove risiedeva il 57enne, e in Grecia, dove l'uomo, appassionato di immersioni, tornava spessissimo. La loro relazione aveva avuto alti e bassi. Patrizia, nel 2014, si era pure trasferita ad Ancona e si era sposata con un altro uomo, ma da circa 3 anni fa era tornata a vivere con Paolo nell'abitazione della famiglia di lei, a Serravalle. A gennaio la 52enne aveva deciso di accogliere in casa anche Angelica, una ragazza siciliana, conosciuta anche lei sui social, con la quale aveva instaurato un legame fortissimo, tanto che su Facebook si definiscono madre e figlia. Qualcosa si era incrinato nel rapporto con Paolo, con il quale, stando a quanto emerso, litigava sempre più spesso. Una relazione scostante insomma, messa in crisi anche dall'abuso di alcolici da parte dell'uomo, talvolta incline a violenti scatti d'ira stando a quanto raccontato dalle due donne.
L'AGGRESSIONE
Giovedì notte la situazione è sfuggita di mano. Paolo era a casa già dal pomeriggio. Il solito giro in motorino fino al bar della stazione di servizio di Vittorio Veneto e per le 19 era già in via Cal dei Romani. Poi, dopo cena, è scoppiata la lite. Una lite che però non trova riscontri nelle testimonianze dei vicini, che non hanno sentito nulla fino all'arrivo dei carabinieri e dell'ambulanza. Quel che è certo è che le due donne, a loro dire per difendersi, hanno impugnato una sbarra di legno, di quelle che si usano per bloccare le imposte. La colluttazione è iniziata in una stanza al primo piano, ma tutti e tre si sono spostati fino alla cameretta accanto, dove il 57enne è stato colpito alla testa e alla braccia: sul corpo è stato subito riscontrato un trauma importante alla nuca, quello che lo avrebbe tramortito, e alcune fratture al braccio, con il quale ha cercato di difendersi. Poi è stato finito con il cuscino, con il quale sarebbe stato soffocato. Erano le 2.20 quando Angelica ha chiamato i soccorsi, ma l'orario del decesso di Paolo Vaj non è stato ancora determinato con precisione. Non si esclude possa essere avvenuto anche prima. Le due donne, entrambe sporche di sangue, sono state quindi portate in ospedale a Castelfranco prima di essere sentite in caserma dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Davide Romanelli, che dopo oltre 4 ore di interrogatorio ha disposto l'arresto.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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