Afghani nascosti nel camion «Potevano morire di freddo»

Mercoledì 1 Dicembre 2021
Afghani nascosti nel camion «Potevano morire di freddo»
QUINTO
«Con il freddo di ieri notte potevano morire assiderati». È il primo pensiero passato nella mente dei dipendenti della Barea srl quando ieri mattina, poco dopo le 8, hanno visto sgattaiolare fuori dai cancelli tre profughi: erano appena balzati fuori da un autocarro arrivato dalla Bulgaria. Un viaggio clandestino durato chissà quante ore attraversando le frontiere, senza mangiare, senza bere, probabilmente senza nemmeno fiatare. I tre, tutti afghani, giovanissimi, tra loro anche un minorenne, sono stati poi rintracciati dai carabinieri alla stazione di servizio Beyfin di via Noalese, appena al di là del confine con Treviso. Dopo gli accertamenti di rito, hanno trovato accoglienza alla caserma Serena di Dosson.
IL NASCONDIGLIO
Il conducente del tir, un autotrasportatore di origini bulgare, non si era accorto di nulla. Almeno così ha spiegato ai militari dell'Arma ieri mattina quando è stato chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. «I cancelli erano aperti - spiegano dalla Barea srl, azienda che importa prodotti per la panificazione e la pasticceria -, e l'autocarro era stato appena controllato. Il carico era integro (trasportava semi di girasole), e così è stato fatto avvicinare alle buche esterne, gli enormi portoni utilizzati per scaricare». È a quel punto che da sotto i teloni del rimorchio sono spuntate tre teste. I dipendenti della società, così come l'autotrasportatore, non hanno nemmeno fatto a tempo a rivolgere qualche domanda che il terzetto si è subito diretto verso i cancelli, facendo perdere le proprie tracce.
ALL'AUTOSTAZIONE
In via Fratelli Bandiera, sede dell'azienda agroalimentare, sono arrivato poco dopo i carabinieri della Stazione di Treviso, che hanno interrogato l'autista bulgaro e ricostruito con lui percorso e tappe dalla Bulgaria alla Marca. Per farlo è servito anche l'utilizzo di un interprete. «Non mi ero accorto di nulla, non so dove e quando si siano intrufolati» avrebbe spiegato. I tre giovani afghani sono stati rintracciati poco dopo al distributore della Beyfin. «Sono tutti afghani e godono di buona salute» hanno precisato i carabinieri, che hanno preso in carico i loro destini prima di rifocillarli e, una volta identificati, trasferirli a centro di accoglienza di Casier.
Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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