Abuso di alcol, aumentano le donne in cura

Lunedì 27 Maggio 2019
Abuso di alcol, aumentano le donne in cura
L'EMERGENZA
TREVISO Si sentono abbandonate da tutti. Sole al mondo, dopo aver perso il marito e aver visto morire i propri figli. E provano a scappare rifugiandosi nell'alcol. Ma quella che nella disperazione sembra una via di fuga, alla fine si rivela essere una piovra che trascina nella spirale della dipendenza. Aggiungendo dolore a dolore. Quando si parla dell'abuso di alcol si pensa subito ai giovani che cercano lo sballo nei fine settimana. Non c'è solo questo. Nell'ultimo anno i Serd dell'Usl della Marca hanno registrato un vero e proprio boom di richieste d'aiuto provenienti da donne di 60 anni, e oltre, che dopo lutti tremendi non riescono più a smettere di bere.
LE RICHIESTE
Sono decine quelle che si sono rivolte agli sportelli dell'azienda sanitaria. E inevitabilmente il conto è fatto per difetto. «Ogni anno seguiamo circa 1.600 persone con problemi legati all'alcol, dal consumo a rischio fino all'abuso e alla dipendenza fa il punto Eva D'Incecco, direttore del servizio dipendenze dell'Usl trevigiana ciò che sta cambiando è la tipologia delle persone che si rivolgono al servizio. Stiamo vedendo un costante aumento delle donne in una fascia d'età più anziana, che ricorrono all'alcol perché hanno avuto dei lutti in famiglia o hanno perso il loro ruolo attivo. Si tratta di una tendenza nuova, che non avevamo mai riscontrato». Le donne ormai rappresentano quasi il 25% dei 1.600 utenti che ogni anno chiedono aiuto per smettere di bere. La percentuale è sempre più elevata. «A fronte di questo rivela la dottoressa abbiamo iniziato ad attuare dei percorsi specifici». Nel distretto di Pieve di Soligo, ad esempio, è stato messo in piedi un gruppo terapeutico rivolto proprio alle persone sole, in età avanzata e colpite da pesanti lutti. Sono pochi, invece, i giovani che si rivolgono al servizio per le dipendenze dell'Usl. Sotto i 20 anni si contano sulle dita di una mano. «Nei giovani l'abuso si traduce spesso nel cosiddetto binge drinking, cioè l'assunzione di alcol in modo smodato nei fine settimana dice D'Incecco ma quelli che poi si rivolgono a noi per avere un aiuto sono molto pochi».
IL SOSTEGNO
Il problema dell'alcolismo diventa strutturale, cronico e recidivante, soprattutto tra i 45 e i 55 anni. Sono questi che arrivano a bussare alle porte dei Serd nelle sedi di Treviso, Oderzo, Conegliano e Castelfranco, dove c'è anche una comunità pubblica residenziale che accoglie persone provenienti da mezza Italia. La maggior parte si fa avanti su base volontaria. Il che vuol dire aver già fatto il primo passo. Gli addetti ai lavori puntano sempre a coinvolgere l'intera famiglia nei percorsi personalizzati. «E' fondamentale», sottolineano. La strada maestra per abbattere il muro della vergogna e arrivare a una presa di coscienza della dipendenza è quella della prevenzione, assieme alle associazioni di volontariato e di auto/mutuo aiuto, come la rete dell'Acat e degli alcolisti anonimi. Se si apre il capitolo delle certificazioni per la patente, il discorso cambia. Sono soprattutto i giovani che vengono fermati mentre guidano l'auto completamente ubriachi. «A livello complessivo, vendiamo 1.500 persone all'anno inviate dalla commissione patenti dice il medico non sono utenti che seguono programmi terapeutici e riabilitativi, ma persone sulle quali viene fatta una valutazione alcologica relativa all'idoneità alla guida». Il numero non può essere sottovalutato: sono quasi 30 in ogni singola settimana. Quanto incide il fatto che la Marca sia una delle province d'Italia più famose per il vino e gli alcolici, soprattutto per il prosecco e lo spritz? «Nel Veneto c'è un consumo di alcol pro capite abbastanza elevato. Lo dicono tutte le ricerche nazionali conclude D'Incecco non direi che incide negativamente. Ma il lavoro in ambito alcologico deve essere costante. Negli ultimi anni, in particolare, abbiamo avviato importanti progetti di sensibilizzazione della popolazione in generale così come all'interno delle scuole, con il sistema della formazione tra pari, cioè tra gli stessi studenti, che si è dimostrato davvero molto efficace». Non si può abbassare la guardia.
Mauro Favaro
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