Studenti in rivolta occupato il Classico

Martedì 7 Dicembre 2021
Studenti in rivolta occupato il Classico
IL CASO
Sono determinati e vogliono risposte, per questo gli studenti del liceo Classico Dante Alighieri di Latina ieri, dopo il suono dell'ultima campanella, hanno deciso di occupare l'istituto. Le motivazioni le hanno rese note in un lungo documento presentato alla dirigente scolastica con la quale il rapporto si è ancor più esasperato dopo la manifestazione e lo sciopero bianco iniziato per i termosifoni spenti, la mancanza dell'agibilità della palestra, l'Auditorium non fruibile e l'impossibilità di svolgere la ricreazione all'aria aperta. Tutte richieste alle quali la dirigenza non ha risposto in modo adeguato secondo gli studenti.
Al suono dell'ultima campanella i ragazzi si sono riuniti negli spazi comuni dell'edificio di Viale Mazzini e hanno invaso l'atrio Augusto, per tutta risposta la dirigente ha chiuso i cancelli e la portineria con lucchetti che sono stati riaperti ieri pomeriggio grazie all'intervento della Polizia. La dirigente ieri pomeriggio ha convocato in via straordinaria i consigli di classe, per discutere la questione con le rappresentanze di genitori e studenti, escludendo però i rappresentanti di istituto. La protesta fanno sapere i ragazzi continuerà a oltranza.
IL DOCUMENTO
Ci dispiace se la nostra protesta sia stata visualizzata come un capriccio. Il senso sta proprio in questo, un'intera comunità studentesca che sta attraversando un disagio frammentato costante. Non vogliamo scissioni, vogliamo collaborazione ed essere presi in considerazione, il futuro deve ripartire da noi, si legge nel manifesto redatto in modo congiunto e inviato, oltre che alla dirigente Eleonora Lofrese, ai genitori e al personale Ata, anche al Miur, alla Provincia e al Prefetto di Latina. La Provincia ha smesso di essere un punto di riferimento: spesso gli spazi d'interlocuzione sono inesistenti o non proficui. Di conseguenza le responsabilità di tale istituzione nei confronti delle strutture vengono trascurate, dando vita così a situazioni spiacevoli in tutte le scuole. Stanchi di stare in silenzio, abbiamo bisogno di far sentire la nostra voce e far valere i nostri diritti.
Da qui nascono i motivi dell'occupazione, ma anche da altro: Quest'anno ci siamo ritrovati catapultati in una nuova realtà a livello individuale e scolastico, la dirigenza non è stata sempre aperta al dialogo per trovare un punto comune relativamente alle nostre esigenze e dall'inizio del quadrimestre sono state evidenziate situazioni spiacevoli in successione che il 1 dicembre hanno causato l'inizio di proteste. Dentro la nostra scuola è stata constatata l'impossibilità di utilizzare gli spazi agibili (Palestra, Auditorium, Laboratori di Scienze e di Lingua, Cineforum) nonostante la garanzia dell'attuazione delle norme anti-Covid. I ragazzi hanno anche delle proposte: Turnazioni delle classi per l'uso degli spazi; instaurare un tavolo di confronto periodico insieme alla Provincia, che tratti principalmente la schedatura dei problemi di edilizia; rendere accessibile la nostra biblioteca, chiusa ormai da anni, sollecitando un investimento per la sua agibilità.
MANCATO DIALOGO
Poi il problema che ha portato di fatto all'occupazione: la mancanza di comunicazione. Nel corso di questi giorni e negli scorsi mesi e anni si è manifestata una grave mancanza di comunicazione tra organi decisionali e studentato. Per quanto concerne la presidenza è venuta alla luce un'indisponibilità al dialogo e, qualora questo avvenga, le modalità sono sempre state di sufficienza e sottovalutazione delle problematiche. I ragazzi chiedono l'attivazione di una mail d'istituto per l'ottimizzazione delle vie di comunicazione ufficiali; incontri periodici e verbalizzati tra rappresentanti e dirigenza scolastica; maggiore trasparenza e soprattutto l'abilitazione e avviamento di maggiori percorsi Pcto, anche collaborando con realtà diverse per offrire una maggiore varietà di attività. La conclusione è amara: Siamo stanchi. Stanchi di dover costantemente vivere la scuola come uno spazio indirizzato solamente allo studio di un libro poggiato su un banco. Stanchi di non avere la possibilità di trovare un tipo di formazione che vada anche oltre a programmi prestabiliti. Stanchi di non vivere la scuola, ma di sopravviverla.
Francesca Balestrieri
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