UN CAPITOMBOLO DOLOROSO FRUTTO DI TROPPI ERRORI

Martedì 14 Luglio 2020
UN CAPITOMBOLO DOLOROSO FRUTTO DI TROPPI ERRORI
IL CICLO DI FERRO
UDINE Un brutto, doloroso, imprevisto capitombolo, ma che non dovrebbe impedire ai bianconeri di tagliare il traguardo della salvezza. Sei punti di vantaggio nei confronti del Lecce, con 18 ancora a disposizione, consentono all'Udinese di guardare alle prossime 6 gare con fiducia. Ma il discorso resta il solito: la squadra ancora una volta si è rivelata masochista. Si diverte a complicarsi la vita, a sciupare le opportunità di evitare il pericolo di avere l'acqua alla gola posizionandosi in zona mediana, nel pieno rispetto del suo potenziale. Non ci sono attenuanti per l'1-3 con la Samp. I bianconeri hanno perso semplicemente perché hanno commesso troppi errori. Anche perché negli ultimi fatidici 10' non erano reattivi, si sono allungati, hanno consentito ai doriani di manovrare con facilità e alla fine hanno beccato due gol. Gotti parla di stanchezza fisica. Lo stesso discorso può valere per i liguri, reduci da una dispendiosa gara con l'Atalanta. Per cui la scusante è fragilissima. Anche se stanca, l'Udinese poteva e doveva garantire un altro rendimento, quello tipico di chi vuole salvarsi a tutti i costi, dare continuità agli ultimi risultati, di chi non ha paura dell'avversario. Naturalmente Gotti non può chiamarsi fuori. Avrebbe dovuto gestire diversamente la sfida con la Sampdoria, soprattutto dal punto di vista psicologico, prima e durante il match. I bianconeri dovevano essere continuamente spronati da bordo campo come fanno quasi tutti i tecnici, non soltanto Conte, Mourinho, Gattuso e Mihajlovic, che danno l'impressione di essere pure loro a lottare. L'allenatore-spettatore può piacere solamente al giudice sportivo, non alla propria squadra, né alla propria società.
GLI ERRORI
Abbiamo ricordato che sono stati numerosi quelli commessi contro i blucerchiati. Non ci ha convinto la formazione, per esempio: che senso aveva rivoluzionare la difesa che ben si era comportata a Ferrara? Perché là davanti Nestorovski e non Okaka, reduce dal gol segnato alla Spal? Perché Jajalo e Walace in mezzo, con Fofana in panchina? D'accordo che si gioca ogni tre giorni, ma si esagera con il turnover. La gara con la Samp aveva l'importanza di una finale. Il successo avrebbe garantito la salvezza ai bianconeri, per cui avrebbero dovuto scendere in campo con la veste migliore. Fofana con i suoi strappi avrebbe potuto mettere in difficoltà l'avversario, mentre il simultaneo utilizzo di Jajalo e Walace ha determinato una manovra troppo lenta, facilmente disinnescata. L'Udinese a onor del vero ci è piaciuta nei primi 20' della ripresa, poi si è seduta. A quel punto era doveroso accontentarsi del pari, che sarebbe stato sottoscritto mentalmente pure dall'avversario. Invece i bianconeri si sono allungati e hanno concesso il pallino del gioco alla Samp, che alla fine è passata con il capolavoro di Bonazzoli, e poi con la rasoiata di Gabbiadini. Due uomini freschi che hanno fatto la differenza, agendo indisturbati per l'eccessiva libertà concessa. Fatte queste considerazioni, è doveroso anche evidenziare che la Samp si è resa protagonista di una delle sue migliori prestazioni stagionali.
RIPRESA
La squadra è tornata a lavorare ieri mattina. Coloro che sono scesi in campo contro i doriani hanno svolto un allenamento defatigante in palestra. Gli altri si sono allenati al Bruseschi. Tranne Mandragora (e a parte il lungodente Prodl) stanno tutti bene, per cui domani sera contro la Lazio mister Gotti potrà decidere con calma. Dovrebbe rientrare Okaka per Nestorovski. Fofana prenderà il posto di Walace, mentre là dietro si profila il rientro di De Maio (al centro, con Nuytinck sul centro-sinistra) e di Becao, con esclusione di Ekong e di Samir. Gotti dirigerà la rifinitura oggi alle 19.
Guido Gomirato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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