Un anno e 8 mesi dopo la Lega di serie A si ritrova di nuovo punto e a capo: senza

Mercoledì 20 Novembre 2019
Un anno e 8 mesi dopo la Lega di serie A si ritrova di nuovo punto e a capo: senza un presidente. «La chiusura dell'istruttoria sulla mia nomina avvenuta venti mesi fa e al suo possibile esito sono inaccettabili e mi impongono questa decisione». Recita così il lungo comunicato con cui Gaetano Micciché ufficializza le sue dimissioni da nu
LE DIMISSIONI
Il numero uno di via Rosellini. Una decisione arrivata subito dopo l'ora di pranzo che ha creato comunque un terremoto. Qualcuno era preparato, molti altri invece sono stati colti di sorpresa. Il numero uno della Lega è rimasto fermo sulla sua decisione, troppa l'irritazione per quanto accaduto. Inutili le telefonate di alcuni presidenti e il colloquio di ieri a Milano con il vertice del Coni, Giovanni Malagò (il vero obiettivo). Curiosa anche la tempistica: il tutto arriva 20 mesi dopo la sua elezione (19 marzo 2018) alla vigilia di una assemblea (lunedì) chiamata a votare sulla proposta di Mediapro e a pochi mesi dalla stesura del nuovo bando d'asta per i diritti tv del triennio 2021-24.
SI VALUTA IL COMMISSARIO
Il numero uno della Figc, Gabriele Gravina che nei giorni scorsi (anche domenica a Palermo) aveva parlato con Micciché, ha immediatamente convocato un consiglio federale. All'ordine del giorno una riflessione sulla possibilità che venga nominato un commissario ad acta per modificare lo statuto al fine di redistribuire i poteri tra presidente di Lega e Ad. A ispirare la riflessione proprio le parole di Micciché che denuncia le «difficoltà derivanti da uno statuto che non consente di operare compiutamente secondo regole di normale corporate governance». Nessuna volontà d'ingerenza ma la voglia di dare continuità ad una Lega di per sé funzionante. Il commissario avrà anche il compito di consentire che ci siano le condizioni per arrivare alle elezioni secondo dei tempi che verranno dettati dal Consiglio Federale. Il commissario, per volontà dello stesso Gravina, sarà una persona di garanzia dunque né un tecnico né un politico. Si fa il nome del professor Mario Cicala, nominato il primo ottobre scorso capo dell'Organismo di Vigilanza della Figc. Lunedì a Milano in via Rosellini ci sarà prima un consiglio (ore 11.30) e poi l'assemblea (ore 14) che farà maggiore chiarezza sulle nuove elezioni. Difficile che Micciché si presenti, un vice non c'è (mai nominato) a guidare sarà l'ad Luigi De Siervo.
RELAZIONE IN PROCURA
Intanto oggi la Procura della Figc consegnerà a Gravina anche la relazione stilata dopo la chiusura dell'attività istruttoria. Quello che l'ufficio del procuratore Pecoraro ha sottolineato nel fascicolo è l'evidenza palese dell'irregolarità dell'assemblea. In particolar modo si dimostra la violazione dello statuto in quanto si è proceduto per votazione palese e non scrutinio segreto. In una subordinata c'è anche il fatto che il voto della Roma non sia valido. Nel verbale i poteri di voto vengono dati all'ad Gandini ma a votare è poi il dg Baldissoni. Inoltre la votazione viene dichiarata nulla in quando Micciché sarebbe in conflitto d'interessi. La norma dello statuto modificata dalla Lega (necessità dell'unanimità e non della maggioranza qualificata per chi ha ricoperto incarichi in istituzioni private che hanno rapporti con i club) aveva bisogno anche della ratifica della Figc. Firma che arriva però solo settimane dopo l'elezione. Nessuna conseguenza per Malagò allora commissario della Lega di A. Non ci sarà nessun procedimento. D'altronde esiste anche un parere del Collegio di Garanzia a firma di Franco Frattini (contenzioso con la Federnuoto del 2014) che sentenzia come il presidente del Coni non possa essere giudicato da un organismo endofederale. Tanto più che non era nemmeno tesserato per la Figc.
Emiliano Bernardini
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