TRA L'AVIS E IL NUOTO UN PATTO DI SANGUE

Domenica 15 Dicembre 2019
BIBIONE
Uniti per vincere, un principio che vale per lo sport e per la donazione del sangue. È il motto scelto da Avis e Finp, Federazione italiana nuoto paralimpico Veneto, che ieri hanno promosso una giornata di sensibilizzazione alla donazione all'hotel Savoy di Bibione. Nell'incontro moderato da Tiziano Graziottin, caporedattore dell'edizione veneziana del Gazzettino, sono stati trattati i valori che accomunano sport e donazione: solidarietà, rispetto per la vita, dedizione e lavoro di squadra, poiché quando un campione nuota da solo in corsia c'è sempre una struttura che lo sostiene. La platea al Savoy era composta da circa trecento studenti e insegnanti delle scuole superiori di itis Da Vinci di Portogruaro, il liceo scientifico, classico e musicale 25 Aprile di Portogruaro e il liceo scientifico Mattei di Latisana. Ruggero Vilnai presidente del Cip, Comitato italiano paralimpico veneto, e l'allenatrice Federica Fornasier hanno evidenziato come negli ultimi dieci anni sia stato fatto un salto culturale importante in tema di sport e disabilità, anche grazie ai mass media.
FALSO MITO
E a sfatare la credenza secondo cui gli sportivi non possono donare sangue è stato il medico di famiglia Diego Serodine dell'Avis di Bibione, che ha spiegato come tra i donatori eccellenti ci siano il bomber Cristiano Ronaldo e l'azzurro Emanuele Giaccherini. «Il ricambio del sangue permette prestazioni migliori come dimostra uno studio del 2013 ha spiegato Serodine - oltre all'esempio di solidarietà e rispetto per la vita. Ad esempio l'ospedale di Latisana necessita di 12 sacche di sangue al giorno, quello di Portogruaro 17. All'anno a Portogruaro servono 1.264 sacche di sangue, 1.035 di plasma e 56 di piastrine, e sulla stessa linea l'ospedale di San Donà». Anche secondo Bernardino Spaliviero, referente dell'Avis provinciale di Treviso, «lo sport è un messaggio potente», e con una certa emozione ha spiegato che «quello italiano è il più efficiente sistema trasfusionale al mondo, con un modello dove la donazione è gratuita ed anonima». A sottolineare l'importanza della donazione anche tre campioni del nuoto paralimpico. In particolare Alessia Berra ipovedente, affetta da una disabilità sensoriale, è anche donatrice avisina, oltre ad aver avviato progetti di inclusione sociale per altre persone affette dalla sua stessa disabilità. Alessia, più volte interrotta dagli applausi degli studenti, ha spiegato come ogni atleta sia incentivato a superare le difficoltà che incontra nella vita ma anche come in piscina si senta come tutte la altre nuotatrici. «Momenti di sfiducia e insuccesso capitano nella pratica sportiva ma i risultati arrivano solo con la capacità di rimettersi in gioco». Francesco Bettella, due volte argento alle paraolimpiadi di Rio, pratica nuoto dall'età di tre anni a cui ora si aggiunge l'impegno come presidente del comitato organizzatore della seconda prova delle world series che si terrà a Lignano nel 2020. Non mancava la star di casa: il nuotatore Antonio Fantin di Bibione che ha collezionato un palmares di vittorie in due edizioni dei mondiali ossia Messico 2017 e Londra 2019, oltre alla parentesi dell'europeo di Dublino. «Ho iniziato a nuotare come forma di riabilitazione ha spiegato ci sono tanti parallelismi tra lo sport e la donazione. Anche l'Avis è fatto di persone vincenti perché portano avanti un messaggio di fondamentale importanza nella vita quotidiana. Vince chi dà il massimo, in base a quello che si può fare con i mezzi a disposizione. Nella vita come nello sport».
Davide De Bortoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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