TIOZZO: «UN DASPO UNICO AL MONDO»

Domenica 28 Febbraio 2021
IL CASO
Una settimana fa, con Luca Tiozzo avevamo parlato del suo ritorno in panchina. Aveva appena finito di scontare 2 mesi di squalifica per quell'insulto razzista («albanese di mer...», rivolto peraltro a un suo ex giocatore, Aliù), definizione che lui però rifiuta. «Io non sono razzista. Perché non ho chiesto scusa? Ma e allora perché mai nessuno si scusa con me? Eppure quasi a ogni partita mi urlano chioggiotto di mer...?». Dalla panchina ha fatto in tempo a guidare il suo San Giorgio a due risultati positivi, lo 0-0 a Campodarsego e il bel 3-0, mercoledì a Sedico, contro il Cjarlins Muzane. San Giorgio che, finisse oggi il campionato, sarebbe salvo. Un grande risultato, per una squadra neopromossa passata attraverso un contagio Covid di quasi tutti i giocatori, dello staff tecnico e anche di qualche dirigente.
LA TEMPESTA
Sembra passato un secolo, perché su Tiozzo si è scatenata una nuova tempesta (ce ne occupiamo nei particolari a pagina 12 del fascicolo nazionale). «Un provvedimento così è unico al mondo» dice Luca al telefono, commentando il Daspo deciso dalla Questura di Trento, competente territorialmente perché la vicenda dell'insulto implicante discriminazioni per motivi di nazionalità (così lo inquadra la giustizia sportiva) era avvenuta nel capoluogo trentino mercoledì 16 dicembre. Ma cosa significa nel concreto per Tiozzo questo divieto firmato dal questore Claudio Cracovia? Significa che nei prossimi 5 anni non potrà entrare negli impianti sportivi che ospitano incontri ufficiali di livello dilettantistico, dalla serie D in giù. A iniziare da oggi, nella trasferta sul campo dei veronesi dell'Ambrosiana: Tiozzo sarà sostituito in panchina da Mauro Fin.
L'AUTODIFESA
«Non ho mai preso più di 2 giornate di squalifica. Non ho mai messo le mani addosso a un avversario, né gli ho mai sputato», spiega Tiozzo, quando gli chiediamo se all'origine del Daspo possano esserci determinati precedenti. Lui nega quindi, ma quello che trapela dagli ambienti della questura trentina, è che sono state chieste informazioni alla Federazione calcio. Forse, ma questa è solo un'ipotesi, a Tiozzo non ha giovato neppure rilasciare dichiarazioni come quelle pubblicate una settimana fa dal nostro giornale. Quel suo insistere sulle scuse non necessarie, sui comportamenti scorretti ma in un certo modo accettati sui campi di calcio. Evidentemente il questore di Trento ha valutato che fosse stata superata ogni barriera del rispetto e ha firmato il Daspo. L'indagine sicuramente è andata a valutare la storia sportiva di Tiozzo, protagonista di un brutto episodio nel settembre 2019 allo stadio Zugni Tauro, durante una partita tra Union Feltre e Adriese. L'allenatore urlò «speriamo che muori» a De Carli, ferito e sanguinante alla testa per un incidente di gioco. Anche in questo caso, Tiozzo non ritenne opportuno scusarsi con il giocatore o la società. «Mi vergognai per lui», disse proprio Aliù, all'epoca giocatore dell'Adriese.
DALLA PARTE DI LUCA
Ma non va ignorata la reazione dei social: sul gruppo Facebook serie D girone C, sono uscite decine di commenti al link della notizia pubblicata sul sito del Gazzettino, tutti dalla parte di Tiozzo. Tutti convinti che il provvedimento sia sproporzionato, per quanto molti confondano la giustizia sportiva con quella ordinaria, la squalifica Figc con un provvedimento amministrativo come il Daspo. Sono ambiti completamente diversi, anche se il divieto di partecipare a eventi sportivi di fatto potrebbe costringere Tiozzo a lasciare l'attività di allenatore.
GRUPPO UNITO
Ma non accadrà subito, anzi. «In una situazione del genere molti avrebbero potuto prendere le distanze. Un giocatore potrebbe usare la squalifica dell'allenatore come scusa per una sconfitta. Invece qui ho trovato ragazzi top. Sono molto fortunato in questo senso, anche la società per il momento mi ha sempre appoggiato. Dobbiamo scalare una grande montagna, per colpa mia sarà l'Everest». La società continua a fare sapere di condannare l'episodio (il San Giorgio si era scusato con il Trento) ma anche di ritenere sostanzialmente espiata la colpa attraverso la squalifica sportiva.
LA REAZIONE
Ora sarà il legale di Tiozzo a valutare il da farsi. Probabile un ricorso amministrativo, forse con la richiesta di valutare con urgenza la sospensione del provvedimento. Ma non basterà la presentazione del ricorso per consentire a Tiozzo di sedere in panchina: finché un magistrato non si esprimerà, l'allenatore dovrà rispettare il divieto.
FEDINA PULITA
«La mia fedina penale è pulita - insiste Tiozzo - io ho aiutato tante persone e tanti calciatori, quelli di nazionalità straniera spesso ancora più degli italiani. Non sono razzista». E solo una settimana fa ammetteva: «Ho un carattere tosto e, lo riconosco, irascibile. Ma ho pagato, non me l'hanno fatta passare liscia». Per la Questura di Trento non era abbastanza. Curiosamente, la pensa in modo molto diverso proprio il giocatore che Tiozzo aveva insultato. «C'è il rammarico di non avere mai ricevuto le scuse del mister - spiega Graziano Aliù, autore di 12 gol con il suo Trento, come Corbanese e Marcolin - ma questo Daspo mi sembra un'esagerazione».
Maurizio Ferin
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