Serie A, appuntamento per la ripartenza ma nel Bologna c'è già un caso Covid-19

Giovedì 28 Maggio 2020
IL RETROSCENA
ROMA Il campionato è pronto a ripartire ma tra quarantena e partite in chiaro gli ostacoli restano alti. Il pericolo d'inciampare è forte. La paura più grande è quella di non riuscire a rialzarsi in caso di caduta. Il caso del Bologna, ironia del destino alla vigilia di ogni grande decisioni c'è sempre stato un imprevisto, ha ribadito ancora una volta a tutti quanto sia sottile il filo su cui la serie A è in equilibrio. Membro dello staff in isolamento e squadra chiusa in ritiro per 2 settimane. Il Cts lo ha ribadito: dai 14 giorni di stop non si scappa. Anzi lo ha rimarcato con forza per chiarire le idee a chi in questi giorni ha provato a spingere in senso opposto. L'atteggiamento giusto è quello di attesa. Fondamentale la curva dei contagi. L'ultima pericolosa. Poi c'è il rettilineo della ripartenza. Oggi il ministro Spadafora alle 18,30 incontrerà in video conferenza Figc e Lega di A. Si deciderà come e quando ripartire. La data è quella del 20 giugno. Possibile che si decida di partire il con i recuperi o con la Coppa Italia. Difficile che oggi si sciolga il nodo. Come detto serve capire l'andamento del virus. Solo oggi le regioni comunicheranno il dato ufficiale. Di fatto sabato 30 ci sarà l'ufficialità della data. L'indice della Lombardia è ancora alto, a ieri era 0,92. La riapertura resta a rischio. E quindi la possibilità di giocare il 13 rimane complicata. A rendere tutto più complicato è che sia nelle gare di recupero che nella coppa Italia (l'ipotesi iniziale era di partire il 13 con queste partite) le due squadre coinvolte, Inter e Atalanta, giocano in casa.
TV E VOUCHER
Percorso ad ostacoli. Qualche presidente teme lo sgambetto proprio sulla linea del traguardo, ieri si parlava di un inizio a luglio che spaventa tutti. Il numero uno Gravina ha già preparato il piano B (play-off) e il piano C (classifica congelata). Ma confida nella buona sorte. Tra l'altro dal 3 giugno la quarantena per chi entra in Italia sarà abolita e così si spera lo sia anche per i calciatori. C'è anche la questione dei calciatori che restano sul piede di guerra. E poi c'è l'altro nodo: quello delle gare in chiaro. Spadafora non l'ha posta come conditio sine qua non ma è una cosa a cui tiene. Chiede che Lega e Sky portino un accordo. A quel punto sarebbe disposto a vestirlo con una norma che regoli anche l'inizio del campionato. Di fatto una bozza c'è: 2 partite dell'emittente di Santa Giulia e una di Dazn da scegliere in base al calendario. I rapporti tra le pay-tv e la squadre non è idilliaco: c'è un ingiunzione di pagamento in arrivo. In assenza di una proposta, il Ministro, che di suo non può intervenire sul palinsesto, chiaramente una mossa la farà. E l'interlocutore non sarà altri che la Rai. L'idea è quella di un programma che mandi in onda i gol o dei flash di partita. Gli stadi resteranno chiusi. A proposito il ministro Spadafora ha chiarito che saranno emessi voucher per rimborsare proprietari di biglietti o abbonamenti.
E.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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